NEW HOLLYWOOD @ TORINO FILM FESTIVAL, II PARTE
Dance me to the end of love
Dal romanzo di Horace McCoy, il mai troppo celebrato Sydney Pollack ha filmato in Panavision Non si uccidono così anche i cavalli?, crudelissimo e struggente apologo corale, con tanti personaggi ottimamente caratterizzati. Il film, però, è incentrato principalmente su Gloria e Robert, una delle coppie di partecipanti a un’estenuante maratona di ballo della durata di giorni e giorni, con soli dieci minuti di pausa ogni due ore e 1500 dollari lordi di premio.
Il tutto ambientato nel 1932 di Herbert Hoover, nel contesto di povertà e disperazione della Grande Depressione. Tra le persone in gara, perfino una donna incinta e un ormai incanutito veterano del primo conflitto. Allora, come nella società di oggi, il pubblico vuole vedere la sofferenza, vuole che si sfiori la morte in diretta. Lo sa bene il cinico presentatore Rocky, ex guaritore truffaldino, interpretato da Gig Young, che ha vinto l’Oscar per questo film. Non diversamente da Nashville o dal più esplicito Quinto potere, il film di Pollack si può leggere anche come riflessione disillusa sulle dure regole dello show business, mondo popolato da squali. Sia Gloria che il solitario sognatore Robert hanno tentato invano la carriera di attori nel cinema, come pure la sosia biondo platino di Jean Harlow, miss Alice Le Blanc, delusa perché l’unico che sta girando un film è von Sternberg, in cerca di attrici solo per ruoli da contadina. I riferimenti a Hollywood si sprecano: ospiti d’onore alle serate sono Mervyn LeRoy, Ross Alexander, Helen Twelvetrees, mentre si intravede su un muro la locandina di un film con Greta Garbo. È il filone nostalgico e citazionista della New Hollywood, alla Bogdanovich per intenderci, ma c’è anche l’amore per gli antieroi, per i perdenti, come sono la depressa, scontrosissima Gloria e tutti gli altri, uno sguardo non moralista verso personaggi in crisi, come in molti film del periodo, da Easy Rider e Cinque pezzi facili a Chinatown, dai primi film di Scorsese e De Palma ai tanti film di Altman. Un rovesciamento dei canoni che è anche formale: qui, per esempio, dopo i titoli di testa con il flashback del trauma infantile di Robert, il racconto procede per flashforward e si passa, nella scena del derby, ad una sorta di gara di corsa, da un montaggio rapidissimo allo slow motion. Ed è incredibile come Pollack, che a giudicare da Come eravamo di coppie se n’intende, ci faccia guardare a Robert e Gloria come a una coppia nelle varie fasi della loro relazione, pur senza scambiarsi mai nemmeno un bacio!
Non si uccidono così anche i cavalli? [They Shoot Horses, Don’t They?, USA 1969] REGIA Sydney Pollack.
CAST Jane Fonda, Michael Sarrazin, Gig Young, Susannah York, Red Buttons, Bruce Dern.
SCENEGGIATURA James Poe, Robert E. Thompson (dall’omonimo romanzo di Horace McCoy). FOTOGRAFIA Philip H. Lathrop. MUSICHE John Green.
Drammatico, durata 129 minuti.