31° Torino Film Festival, 22-30 novembre 2013, Torino
Rovina blu
La vendetta non è un piatto da servire necessariamente freddo, non se ad aspettarlo ci si è consumati lo stomaco e il cervello. In questo caso, ingozzarsi è un gesto inevitabile come quello di un affamato davanti alla zuppa, e chi se ne frega se è bollente.
Non viaggia a bordo di un’inappropriata Pussy Wagon, la vendetta di Dwight; ma di una Pontiac scassata che forse un tempo era blu e che adesso fa da casa, rifugio e pattumiera. Quando lo conosciamo, Dwight è un clochard che vive ai margini delle vite altrui, rovistando nei cassonetti e intrufolandosi in case vuote se ha bisogno di una doccia. Poi la polizia gli comunica che l’assassino dei suoi genitori è stato rilasciato, e lui non ha dubbi su cosa fare. Ma se il plot suona familiare fino alla banalità, quello che non ti aspetti inizia ad accadere dopo la prima mezz’ora di film, durante la quale il protagonista – barba lunga, capelli sporchi, vestiti lerci e consumati – non dice quasi una parola e infila la strada della rappresaglia e un coltello nella testa del suo principale nemico. Dwight (Macon Blair, anche produttore) è un vendicatore improbabile e spesso goffo, quando si sbarba e taglia la capigliatura incolta rivela il physique du role dell’uomo medio, e il nero di Blue Ruin si divide ugualmente tra il noir e il black humour. Non c’è troppo tempo per soffermarsi a ridere, perché il pregio più interessante dell’opera seconda di Jeremy Saulnier (già direttore della fotografia, e si vede), oltre a una rinfrescante imprevedibilità, sta nella tensione tagliente e a tratti insostenibile che non ci molla mai un attimo. E nell’immedesimazione con il suo protagonista, che – forse proprio per il suo aspetto ordinario, per il suo sguardo ingenuo, quasi candido – non viene mai meno, anche quando il conto dei morti si innalza a confondere i torti e le ragioni. Come in un paradosso, Blue Ruin sposa il low budget con il thriller (i fratelli Coen sono ben più di un’eco) e rivela quanto la vendetta sia, letteralmente, una questione privata. Personale. Intima. Una lost highway senza ritorno, un viaggio della morte che restituisce, al massimo, solo una cartolina, recapitata a un indirizzo abbandonato.
Blue Ruin [id., USA 2013] REGIA Jeremy Saulnier.
CAST Macon Blair, Davin Ratray, Amy Hargreaves, Kevin Colac, Eve Plumb.
SCENEGGIATURA Jeremy Saulnier. FOTOGRAFIA Jeremy Saulnier. MUSICHE Brooke e Will Blair.
Thriller, durata 92 minuti.