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Il giocatore perde sempre
Nella carriera di Arthur Penn, Bersaglio di notte si inserisce tra i due grandi western con cui il regista americano ha contributo al rinnovamento e alla rilettura del genere, Piccolo grande uomo (1970) e Missouri (1976).
Pur non memorabile come i due film citati, ma comunque stabile su livelli decisamente più che buoni, Bersaglio di notte contribuisce allo stesso modo al rinnovamento e alla rilettura più critica e malinconica, e meno mitica, del genere noir e della figura archetipa del detective privato. In questo modo può essere considerato parte di un’ideale trilogia, insieme ai capolavori Il lungo addio di Robert Altman e Chinatown di Roman Polanski, girati nel biennio precedente. In queste tre opere, sotto certi punti di vista diverse ma tutte demitizzanti e malinconiche, la figura dell’investigatore è da un lato moralmente e fisicamente più sfaccettata e non più “tutta d’un pezzo”, e dall’altro diventa incapace di comprendere i casi e le vicende in cui è coinvolto, diventando pedina inconsapevole di processi sfuggenti e più grandi di lei, capendo troppo tardi, quando non ha più modo di intervenire, le dinamiche di cui è vittima stessa. In maniera più disillusa, ironica e romantica in Altman, più teorica e tragica in Polanski e in chiave più immediatamente aderente alle dinamiche e alle aspettative del genere in Bersaglio di notte, gli “occhi privati” impersonati da Elliott Gould, Jack Nicholson e Gene Hackman diventano quindi simboli di una società – quella dei Seventies – più difficile da leggere, decisamente impossibile da combattere e contrastare, nella sua contrapposizione tra spinte libertine sempre più forti e l’immutato dominio della corruzione. Penn dà un contributo importante, anche se inferiore agli altri due film, a questa rilettura: il detective interpretato da un grande Hackman è a pezzi anche nella vita privata, nel rapporto con la moglie che lo tradisce: la crisi personale è un’efficace metafora della crisi professionale e ideale, rafforzando il discorso di cui sopra. Sostenuto da affascinanti atmosfere, urbane e marittime, Bersaglio di notte ci accompagna, alternando momenti più malinconici a scatti di adrenalina pura, fino allo struggente e bellissimo finale, punto di arrivo di una sconfitta inevitabile.
Bersaglio di notte [Night Moves, USA 1975] REGIA Arthur Penn.
CAST Gene Hackman, Melanie Griffith, Jennifer Wanner, James Woods, Haris Yulin.
SCENEGGIATURA Alan Sharp. FOTOGRAFIA Bruce Surtess. MUSICHE Michael Small.
Noir, durata 99 minuti.