SPECIALE PAUL SCHRADER
Dentro lo specchio
Solo Venezia poteva essere il palcoscenico per le vicende della giovane coppia di amanti costituita da Colin (Rupert Everett) e Mary (Natasha Richardson), che fra le sue calli tentano di recuperare un rapporto in bilico quasi quanto i palazzi sulle palafitte della laguna.
Sarebbe addirittura più appropriato parlare della città come di uno specchio, una superficie in cui tutto sembra chiaro ma in realtà si riflette rovesciato rispetto al punto di vista dello spettatore, qui testimone – voyuer del sottile meccanismo di seduzione portato avanti su due fronti. Da un lato Venezia stessa, il cui fascino è lontano dall’immagine fiabesca scolpita nell’immaginario collettivo, e che Schrader si premura con minuzia di trasformare in un caleidoscopio di svolte angoscianti, strettoie, palazzi esotici. Dall’altro lato, la curiosità perversa di capire, o illudersi di farlo, la figura di Robert, burattinaio della vicenda, capace di terrorizzare ed attrarre i due giovani nella sua storia, la cui violenza è chiara, in un certo senso limpida attraverso il velo torbido che lui si impegna a stendere aiutato dalla moglie e complice Caroline, penalizzata inspiegabilmente da una scrittura che la lascia monca e quasi zoppicante rispetto al trittico di nomi già citati. Non è una storia di sesso, non è un racconto di perversioni, non è thriller vero e proprio. È qualcosa in più, qualcosa che scopre il gioco sottile, nascosto e al contempo sovraesposto, posto alla base del cinema stesso: finzione e curiosità spinta al limite del voyeurismo. Che la tragedia incomba è scontato dirlo, non solo per chi già conosceva il romanzo da cui essa è tratta vergato da Ian McEwan, ma piuttosto per l’immagine dataci subito di un’umanità che se non è infelice è malata e se non è malata è succube dell’altrui volontà, come Caroline e gli stessi Colin e Mary, condannati prima di saperlo, manovrati da un timoniere quale Christopher Walken, incisivo ed ambiguo come pochi, capace di repellere ed incatenare a sé, mentre si muove in una città in cui non è che uno dei tanti enigmi.
Cortesie per gli ospiti [The Comfort of Strangers, USA/Italia/Gran Bretagna 1990] REGIA Paul Schrader.
CAST Rupert Everett, Christopher Walken, Natasha Richardson, Helen Mirren.
SCENEGGIATURA Harold Pinter. MUSICHE Angelo Badalamenti. FOTOGRAFIA Dante Spinotti.
Thriller/Drammatico, durata 104 minuti.