SPECIALE ADOLESCENTI RIBELLI, II PARTE
“Il mio manicomio non ha fatto altro che rivelarmi la grande potenza della vita”, Alda Merini, La pazza della porta accanto
Una Stultifera navis – “nave dei folli” come la definisce Michel Foucault, chiedendo in prestito il titolo di un’opera satirica del 1494 -, questo è Claymoore Hospital, questo è l’Infernale, “lieve legno” che James Mangold mette al centro di Ragazze interrotte (tratto da Girl, Interrupted, diario di Susan Kaysen), film del 1999.
Sulla nave si raccolgono ragazze espulse, implose ed esplose che vengono rinchiuse nella strutttura manicomiale per ritrovare se stesse e la “salute”. Per Foucault la follia non è da intendersi come malattia ma piuttosto come condizione umana, la follia esiste come esiste la ragione; i manicomi sono semplicemente un facile espediente per segregare chi in passato era considerato il “toccato da dio”, coagulo mistico che sa e vede oltre. Susanna/Winona Ryder, borderline, viene rinchiusa al Claymoore Hospital dopo aver tentato il suicidio, lì incontrerà altre anime perse, prima fra tutte la ribelle Lisa/Angelina Jolie (premio Oscar come attrice non protagonista), sociopatica, seducente e carismatica. Mentre le pazienti diventano amiche, noi percorriamo la loro strada, dalla “malattia” alla “guarigione”, seguiamo i loro passi, indossiamo i loro panni, percependone le nevrosi: troppo grasse, anoressiche croniche, sfigurate e spaventate dalla loro stessa pelle, mangiatrici voraci di polli e consumatrici insaziabili di lassativi. La giovane età ingigantisce la paura di non essere all’altezza, le fragilità legate alla brevità del vivere, le angosce che attanagliano e sconvolgono; si cresce, ci si trasforma e non sempre si è in grado di accettarlo. Fuori dalle mura (gl)i (in)“sani” vanno avanti, “vivono” – il televisore ci informa su “I have a dream”, sul ’68, sulla rivoluzione giovanile -, dentro quella nave fantasma si (soprav)vive in una coazione a ripetere tormentosa e penosa, fatta di farmaci, elettroshock e lassativi, si attua una sorta di silenzioso olocausto consumato nel nome della scienza. Partendo dal diario della Kaysen, Mangold ci consegna un’opera chiusa in se stessa, ripiegata sulla sua claustrofobica malattia, intrappolata in una lentezza pesante da sopportare, il punto forte sono le protagoniste femminili che interpretano bene l’interruzione della vita normale. Siamo dentro la caverna di Platone, nella tana delle talpe, siamo con Dorothy a Oz, Cenerentola senza la scarpetta, Biancaneve, bloccata sotto la teca di vetro. Nella salvifica prigione (malattia) in cui queste Ragazze interrotte si rifugiano, resistono consapevoli che “a volte l’unico modo per rimanere sani è diventare un po’ pazzi”.
Ragazze interrotte [Girl, Interrupted, USA 1999] REGIA James Mangold.
CAST Winona Ryder, Angelina Jolie, Brittany Murphy, Jared Leto, Vanessa Redgrave, Whoopi Goldberg.
SCENEGGIATURA James Mangold, Lisa Loomer, Anna Hamilton Phelan (tratta dal diario Girl, Interrupted di Susan Kaysen). FOTOGRAFIA Jack N. Green. MUSICHE Michael Danna.
Drammatico, durata 123 minuti.