51. Viennale – Vienna International Film Festival, dal 24 ottobre al 6 novembre 2013, Vienna
Upload festivalieri: mode on
Rifiutando pervicacemente ogni possibile inquadramento “classico” e accademico, il Vienna International Film Festival si pone all’attenzione mondiale come un amplissimo showcase, un gigantesco caleidoscopio di suggestioni e suggerimenti aperto a tutta la città.
“La più grande manifestazione cinematografica austriaca e uno dei festival più conosciuti nei Paesi di lingua tedesca” – come tengono a sottolineare gli organizzatori – è un evento non competitivo, senza tappeti rossi né misteriose esclusive riservate solo agli addetti ai lavori. Lo stesso termine Viennale (coniato nei ’60 da Franz Jonas, all’epoca sindaco di Vienna e successivamente presidente austriaco) sembra porsi a metà strada fra l’assonanza celebrativa con la Berlinale e la Biennale veneziana e la loro canzonatura, come a dire che non occorre prendersi troppo sul serio per essere rigorosi e avere un proprio senso nel panorama saturo delle feste dedicate alla Settima Arte. Con i cugini berlinesi in particolare sembra esserci un aperto scontro “ideologico”, una contrapposizione netta fra il blasone e l’iper-organizzazione tedesca e l’approccio decisamente più scanzonato scelto da Vienna. Grazie a questo spirito audience-friendly, da provinciale che crede in un concetto di cinema privo di gerarchie, la Viennale riesce da oltre cinquant’anni a mescolare alto e basso, a offrire succose anteprime alternate a retrospettive tematiche e focus su misconosciuti registi. Basta buttare l’occhio al programma 2013 per capire meglio cosa significhi frequentare un festival di questa portata. Nelle sei sale site nel centro storico cittadino si può passare dal tributo a Jerry Lewis – che oltretutto gode di vita propria, proseguendo la propria programmazione fino a fine novembre – alla gigantesca attenzione riservata ai documentari (pescando dal mucchio: The Act of Killing di Oppenheimer, Northern Light di Nick Bentgen e Manakamana, vincitore del Pardo d’Oro Cineasti del Presente a Locarno), dal sorprendente omaggio all’attore comico Will Ferrell (!!!) alla sezione “Wild Ethnography” dedicata alla ricerca e alla sperimentazione connessa alla geografia del territorio. Ma il vero colpo di genio sta nella collocazione temporale del festival: la Viennale si svolge a fine ottobre non solo in virtù della propria atmosfera urbana autunnale, “when Vienna is at its most attractive” (come ricorda la scheda di presentazione), ma perché arriva esattamente alla fine di tutti gli altri più grandi eventi cinematografici dell’anno. L’unicità sta qui: imporsi a pubblico e critici come esclusivo upload annuale del meglio visto altrove. Una sorta di “best of” che nel suo “Spielfilme” (sorta di selezione ufficiale) racchiuda Berlino, Mostra di Venezia (su tutti il Leone d’Oro Sacro GRA e la sorpresa Locke, che passa come film di chiusura), Cannes (La vita di Adele, Salvo, Il passato), Locarno (il controverso vincitore Story of My Death), fino ovviamente a Toronto, Rotterdam e Tribeca. A Vienna per tredici giorni c’è l’eccellenza mondiale, a portata di tutti. Uno scarto significativo rispetto a qualunque altra esposizione d’Arte. Perché se per vedere gli ultimi film è necessario andare appunto nei sopraccitati luoghi cardine dell’industria, per avere invece la certezza di assistere ai migliori lavori degli ultimi dodici mesi occorre recarsi solo ed esclusivamente a Vienna.