SPECIALE PAURA IN ALTO MARE!
Un novello Ulisse che riscatta l’ambiente e l’umanità
In un desolato scenario futuristico dove la Terra è diventata un’immensa distesa d’acqua salata, lo schivo e impavido Mariner – una specie di mutante metà uomo e metà anfibio – solca gli oceani a bordo di un trimarano, interrompendo il suo vagabondare solitario solo per barattare cianfrusaglie con provviste negli sparuti atolli abitati.
Nonostante le sue pacifiche intenzioni, il capo di una delle fortificazioni galleggianti lo condanna ingiustamente a morte. Riuscito a fuggire in alto mare grazie all’assalto degli Smokers, spietati pirati motorizzati, si trasforma nel protettore della piccola Enola, la ragazzina custode di un misterioso tatuaggio su cui molti vorrebbero mettere le mani poichè ritenuto la rotta per l’ultimo lembo di terra emersa rimasto. Pur ispirandosi al medesimo romanzo dal quale più tardi verrà tratto l’eccessivamente catastrofico e digitalizzato The Day After Tomorrow, Reynolds decide di non strafare con gli effetti speciali e prediligere la resa realistica delle scene d’azione. Lasciando da parte le fantasiose mutazioni genetiche degli scimpanzé della leggendaria saga de Il pianeta delle scimmie, Waterworld raccoglie il minaccioso appello degli scienziati che prospettano un possibile massiccio scioglimento dei ghiacci per delineare un alternativo futuro panorama marino a quello desertico già visto nell’applaudito Mad Max, mentre sfodera un Costner sempre convincente, un superbo Hopper ma soprattutto una buona sceneggiatura di base, che si presta facilmente a molteplici chiavi di lettura. Il messaggio sostanzialmente non cambia, ma variano le tematiche impiegate per supportarlo, basate su fatti accaduti e talvolta soltanto sussurrate a bassa voce agli spettatori più attenti: la bambina, ad esempio, si chiama come l’aereo che bombardò Hiroshima, il nome del protagonista si rifà alla ballata di Coleridge e la petroliera degli Smokers è proprio la Exxon Valdez, responsabile di una delle più grosse perdite di idrocarburi in mare degli ultimi decenni. Aspramente osteggiato in patria dalla critica per i costi di produzione da record e le difficoltà intercorse durante la lavorazione del film (oltre all’uragano che distrusse il set anche le continue frizioni finanziarie con le case di produzione), nonostante si sia accaparrato ben quattro Razzie Awards – ma anche una nomination agli Oscar – questo ambizioso kolossal è riuscito col tempo a risalire la china grazie alla sua lucida critica ambientale e al pubblico, che continua a seguirlo con affetto ad ogni suo passaggio in tv.
Waterworld [id., USA 1995] REGIA Kevin Reynolds.
CAST Kevin Costner, Dennis Hopper, Jeanne Tripplehorn, Tina Majorino.
SCENEGGIATURA Peter Rader, David Twohy (tratta dal romanzo The Incredible Tide di Alexander Key). FOTOGRAFIA Dean Semler. MUSICHE James Newton Howard.
Fantascienza/Drammatico, Durata 130 minuti.