Archivio Aperto, 26 ottobre – 1 novembre 2013, Bologna
Ashes to ashes
Nel penultimo giorno di Archivio aperto e in collaborazione con Filmmaker, che quest’anno dedica a Ross McElwee una retrospettiva, si mostra al pubblico Time Indefinite, uno dei film più importanti del cineasta americano, allievo di Ed Pincus, di cui nell’edizione dell’anno scorso del festival bolognese è stato proiettato lo straordinario Diaries (1971-1976).
Girato in Super 16, Time Indefinite raccoglie materiali di provenienza diversa e lontana nel tempo, tutti però appartenenti alla famiglia di McElwee. Senza dubbio, il tema della famiglia è centrale nel film, che affronta, con grande ironia, argomenti come lo scorrere del tempo, la natura dell’immagine cinematografica, la morte – da cui McElwee sembra essere davvero ossessionato, come dimostra anche un’intervista di pochi anni fa. In un’altra intervista, McElwee definisce il suo stile una commistione di “cinéma vérité”, performance art e talk show: è ben conscio della scelta di inserire momenti di dialogo tra l’operatore (in questo caso se stesso) e le persone con cui la cinepresa interagisce, oltre a riflessioni personali tra il filosofico e la pippa mentale esilarante, in “voice-over”, aggiunte in post-produzione, che in Time Indefinite raggiungono il culmine di straniamento quando la voce narrante di McElwee attraversa il tempo per porre domande all’immagine di se stesso, che risponde guardando in camera. Espedienti che allontanano il cinema di McElwee da quello di Frederick Wiseman, di cui si è sempre dichiarato estimatore. Ma l’elemento metalinguistico non priva il film di una profondità di contenuto, di un indiscutibile sguardo umanistico, e di una capacità di restituire gioie e dolori della vita, anche nella loro coesistenza indissolubile. Partito, infatti, dall’idea di girare un film sul matrimonio, McElwee, che ha già perso la madre e un fratello, si trova a dover affrontare la morte improvvisa del padre e quella della nonna, nello stesso periodo in cui sua moglie Marilyn ha un aborto spontaneo. Di sicuro questo non genera in nessun essere umano il gusto del macabro che McElwee dimostra nel filmare un prelievo del sangue, il lavoro del padre chirurgo (come faceva il giovane Brian De Palma…), un pesce boccheggiante che sta per morire, o l’enorme tumore al seno di una paziente del fratello, anche lui medico. Ma senz’altro gli eventi imprevisti (tra cui anche gli accidenti tecnici come la pellicola che si inceppa, le batterie scariche della cinepresa, la luce che va via) influiscono sulla “scrittura” del film e sul suo tono, facendo di Time Indefinite una azzeccata documentazione della caducità delle cose.
Time Indefinite [id., USA/Gran Bretagna 1993] REGIA Ross McElwee.
SOGGETTO Ross McElwee. FOTOGRAFIA Ross McElwee.
Documentario/Biografico, durata 114 min.