Archivio Aperto, 26 ottobre-1 novembre 2013, Bologna
Alla ricerca delle proprie radici
Lei è Eva e fa la restauratrice. Lui è Luca Ferro ed è un regista, o meglio, “filmautore”, sperimentale. In questa nuova edizione bolognese di Archivio Aperto, entrambi hanno portato un’esperienza comune: la raccolta (nella prima) e ricerca (nel secondo) delle proprie origini. Non solo gli home movies, quindi, ma qualsiasi tipo di materiale atto a raccontare la Storia della propria famiglia.
Nel cuore di Bologna ci ritroviamo a partecipare ad un gioco tipico della città emiliana: una città in apparenza di una pura bellezza nasconde in realtà tesori inestimabili. Ed è esattamente con questa logica che si scopre anche la dimora di Eva nella serata intitolata Immagini, parole e cose: all’esterno un tipico condominio bolognese, all’interno un fulcro di Storia e Arte degno di una qualsiasi mostra permanente. Dopo una generale visita del tesoro gelosamente custodito dalla casa, entriamo in contatto con il materiale audiovisivo raccolto con estrema pazienza e determinazione dalla proprietaria: una serie di diapositive minuziosamente fermate nel tempo dal nonno dilettante fotografo girovago per il mondo, che ci trasportano in un viaggio metaforico e visivo attraverso l’Italia e l’America di mezzo secolo fa. Un proiettore degli anni Quaranta (altro bottino scovato da Eva) ci introduce invece ai filmati in 16 mm ripresi dal bisnonno, concentrati sulle gite domenicali tenute nella sua casa di Amburgo. Un racconto che si arricchisce anche tramite la voce della sorella e dei genitori presenti che incrementano le storie sull’immenso materiale raccolto vent’anni fa nella città tedesca.
Luca è invece l’autore di un vero e proprio documentario dal titolo Inchiesta di famiglia, il quale percorre un viaggio a ritroso nell’albero genealogico della propria famiglia, coadiuvato dalle voci di zia, nonna e cognato. Ed ecco che si scopre l’esistenza di consanguinei finora misconosciuti, tratti caratteriali da sempre nascosti e racconti quasi “mitologici” sulle morti di parenti anche lontani. Una sorta di telefono senza fili audiovisivo, giocato attraverso il substrato di diverse generazioni. L’interesse, infatti, di un prodotto come questo, risiede non tanto sul fattore tecnico – qui un po’ ingenuo e del tutto amatoriale – ma sul concetto di “verità” attraverso le voci di diverse epoche. Ed è così che il nonno si scopre essere morto prima di tetano, poi di una coltellata e infine di una rosa. L’occhio più peculiare spetta sicuramente all’ultima generazione, ovvero i figli dell’autore, che si approcciano alle storie raccontate in maniera interessata e divertita (le facce stranite di fronte al termine “bustaia”). Due quanto mai personali esperienze – quella di Eva (più emozionale) e Luca (più divertita) – che ci fan venire voglia di tornare a fare quattro chiacchiere con la nonna, prima che i suoi ricordi e le nostre origini spariscano assieme alla sua esistenza.
Inchiesta di famiglia [Italia, 2013] REGIA Luca Ferro.
Documentario, durata 64 minuti.