Archivio Aperto, 26 ottobre-1 novembre 2013, Bologna
Happy family
Tanta gente in religioso silenzio ad assistere alla proiezione bolognese della copia in 16mm di Catherine, tra i pezzi forti del programma di Archivio Aperto 2013.
Ricavate da materiali di diverso formato (16mm, 8mm, Super8) e musicate dal vivo da Stefano Pilia, apprezzato chitarrista dei Massimo Volume, e Xavier Garcia Bardon, le immagini ipnotiche di questo ritratto di donna sui generis sono accompagnate da un tappeto sonoro discreto e raffinato, che riesce a non prevalere sull’aspetto visivo, giustamente preponderante. Catherine documenta parzialmente ma efficacemente la vita di questa donna, nata in Francia nel 1949 in una ricca famiglia borghese, la sua crescita, i suoi viaggi, le attività ricreative e ludiche, fino al 1975. Si parte con immagini in bianco e nero della primavera ’49 e delle vacanze del ’50 a Berneray e a Cannes. Poi arriva il colore e vediamo Catherine cresciuta, in compagnia di un’anziana donna, probabilmente la nonna, oppure sorridente, stesa al sole o impegnata in passi di danza, o ancora vicino a delle mimose, con grandi forbici da giardiniere. Vestita da fatina per Carnevale, insieme a un piccolo moschettiere, oppure turista con i genitori, presenze quasi costanti, ai castelli (“une famille bien de chez nous”, recita una delle didascalie che scandiscono il film). Immagini di vita quotidiana, istantanee di un’infanzia serena, si susseguono; negli 8mm del ’56 vediamo Catherine per la prima volta scocciata, chissà per quale motivo, poi festeggiare il compleanno e sciare sulla neve, in immagini sovrapposte, come in un film sperimentale. Sorprende osservare Catherine già ragazza, a Londra, entrare a Lillywhite a Piccadilly Circus, tra i manichini delle vetrine e i tipici poliziotti inglesi, alla Bell School of Languages, o in Italia a mangiare prosciutto al ristorante. Da sempre amante dello sport e del movimento, da brava borghese Catherine non può esimersi dal giocare anche a tennis: qui la musica ricrea il suono delle palline, come in precedenza ha fatto con il rumore dei passi, allontanandosi dall’astrazione e facendosi colonna sonora più tradizionale.
Nella parte conclusiva del film, prima delle immagini dell’Haiti di Duvalier, l’atletica Catherine si cimenta nello sci d’acqua, con ottimi risultati. Nella lunga sequenza, la vediamo sempre più vicina all’occhio che la riprende, sul mare di un blu irreale, felice e allegra come sembra essere stata da sempre.