To flashback
Flusso canalizzatore attivo, DeLorean avviata, cintura di sicurezza allacciata, data e ore impostate, 88 miglia orarie: Via!
… è fine dicembre dell’anno 1989 io ho 7 anni, da poco è passato il mio compleanno e le vacanze natalizie sono appena iniziate. Mio padre sta continuando a far crescere in me la passione per il cinema, ogni tanto porta a casa delle vhs di film appena usciti al cinema, ma purtroppo si vedono male. Per il mio compleanno mi hanno regalato la cassetta di Chi ha incastrato Roger Rabbit?, bellissimo ma che paura quel cattivo con la vocina sadica! Oggi è una giornata speciale: andrò al cinema a vedere Ritorno al futuro – Parte II! Devo dire che del primo film non ricordo molto ma so che mi era piaciuto. Cinema Capitol di Pordenone domenica pomeriggio, dopo un po’ di fila si entra ed inizia il film: rivedo i personaggi, il prof. Brown mi fa ridere, e mi ricordo un po’ la storia del primo capitolo. Uscito dal cinema sono esaltato, il film è bello, mi sono perso forse in alcuni passaggi, ma hanno fatto vedere che ci sarà un altro capitolo ambientato nel West, non vedo l’ora di vederlo! Chissà se i miei amici l’hanno visto… Sono passati 24 anni e l’entusiasmo che provo ogni volta che riguardo Ritorno al Futuro II è uguale, e ormai le visioni non si contano più sulle dita. Il migliore della serie, rappresenta un cult per molti dei miei coetanei, dopo quella visione nel 1989 ricordo che durante la ricreazione a scuola giocavamo a “rifare” il film. È per la trilogia di Ritorno al futuro, per il già citato Roger Rabbit e per film come La morte ti fa bella che Zemeckis è da ritenersi un autore che ha saputo giocare con il fantasy, rendendolo un prodotto di massa con cognizione di causa, un regista poliedrico ancora senza un vero erede. Oggi, e forse solo oggi, mi rendo conto di come la sceneggiatura di Ritorno al futuro II sia perfetta e abbia influenzato il cinema a venire: tutto è studiato ma sorprende per la sua linearità e i personaggi sono coerenti nella loro evoluzione senza però scadere nella ridondanza. Riguardare la trilogia è come leggere un romanzo, con l’obbligo di aver visto il capitolo precedente, e i concetti che fuoriescono dai film, quali l’amicizia, le conseguenze delle nostre azioni nel tempo e il libero arbitrio, sono capisaldi della cultura americana e non. Zemeckis ha raccontato l’evoluzione della società americana che dagli anni ‘50 del boom ha poi visto nel degrado e nella fine del sogno la mutazione, per esempio, dei quartieri popolari e dalla classe media. Come adesso il clan Apatow, Zemeckis apparteneva a quello spielberghiano, si gioca con citazioni e ammiccamenti ai propri “amici”, qui nello specifico l’ologramma di un ipotetico Squalo 19 in 3D. Esistono siti internet (uno anche italiano) che in modo maniacale analizzano la trilogia e l’approcciarsi ad essa sembra quello di quel bambino che lo vide nel lontano 1989: celebrazione mista a sorpresa e a sana passione per un oggetto di rara perfezione.
Ritorno al Futuro – Parte II [Back To The Future – Part II, USA 1989] REGIA Robert Zemeckis.
CAST Michael J. Fox, Christopher Lloyd, Lea Thompson, Thomas F. Wilson, Elisabeth Shue.
SCENEGGIATURA Bob Gale. FOTOGRAFIA Dean Cundey. MUSICHE Alan Silvestri.
Commedia/Fantascienza, durata 108 minuti.