Festival del Cinema Latino Americano, 19-27 ottobre 2013, Trieste
Cile, paladino prediletto del Festival Latino Americano
Il sipario del Festival si è alzato appena da alcuni giorni, eppure è già evidente che tra i protagonisti indiscussi di quest’edizione c’è senz’altro il Cile: da sempre molto partecipe nella kermesse triestina, quest’anno, concorrendo con svariati film, non solo potrebbe concretamente riuscire ad accaparrarsi un premio ma di fatto è già riuscito a ritagliarsi un posto al sole di tutto rispetto grazie a una eterogenea gamma di opere, sia recenti che risalenti all’epoca del cinema muto, presentata nell’ottica di far vivere agli spettatori un vero e proprio excursus storico-culturale su questo peculiare paese latinoamericano.
In questo specifico contesto risulta particolarmente interessante e degno di nota il lungometraggio Qué pena tu boda. Conosciutisi a scuola, Javier e Ángela hanno trascorso gli ultimi vent’anni a spronarsi e a consolarsi reciprocamente. Il precedente capitolo cinematografico aveva raccontato la pazienza e la perseveranza della ragazza che pur assistendo ai clamorosi insuccessi sentimentali dell’amico decide di perseverare nel tentativo di conquistarlo. Ora li ritroviamo decisi a compiere finalmente il grande passo, sebbene in preda a dubbi e perplessità. Il progetto dovrà però presto fare i conti con la mancanza di dialogo con i rispettivi genitori, la paura d’invecchiare delle madri, una gravidanza indesiderata e le avances di pretendenti pronti a tutto e armati di insidiosi social network. Apparentemente il film sembra delinearsi come una sorta di bizzarra variante sudamericana delle più conosciute – e meglio distribuite – commedie sentimentali statunitensi. Ma oltre all’evidente comicità della storia e alle sue gag dal sapore romantico e spiccatamente trash, se ci si concentra sulle continue incursioni degli istrionici personaggi secondari, si riuscirà a intravedere la critica agrodolce che López, pur prendendo spunto dalle vicende dei giovani rampanti e altamente formati della borghesia di Santiago, vuole comunicare al di fuori dei confini cileni. Sebbene in alcune scene sia esilarante vedere con quanta paradossale facilità Javier ottenga un’esponenziale ascesa sociale e lavorativa attraverso i social network, è altrettanto impressionante assistere a come – sempre attraverso qualche semplice click – il suo nome poi possa venire al contrario irrimediabilmente infangato. Ciò non può che far riflettere: e non solo perché è molto probabile che in futuro questa forma di comunicazione e socializzazione virtuale – non sempre desiderata né desiderabile – induca grossi cambiamenti, ma semplicemente perché essa già ora riesce a imporsi senza particolari difficoltà nella nostra realtà, in particolar modo tra i più giovani. Ma il film non si limita a questo messaggio e vuole farsi specchio di una realtà aleatoria, dove si condivide con il popolo della rete ciò che si fa e chi si frequenta sperando di ottenere un ampio consenso (se non reale perlomeno virtuale), e celando poi magari dietro a valanghe di “mi piace” e presunte foto spontanee di vita reale chi siamo davvero.
Qué pena tu boda [id.,Cile 2011] REGIA Nicolás López.
CAST Ariel Levy, Andrea Velasco, Lorenza Izzo, Paz Bascuñan.
SCENEGGIATURA Guillermo Amoedo. FOTOGRAFIA Antonio Quercia. MUSICHE Manuel Riveiro.
Commedia, durata 96 minuti.