Nostalgia canaglia
“Non è necessario immaginare la fine del mondo nel fuoco o nel ghiaccio, ci sono due altre possibilità: una sono le scartoffie e l’altra la nostalgia. Quando calcolate il lasso di tempo tra L’EVENTO e LA NOSTALGIA DELL’EVENTO, lo spazio sembra stabilizzarsi a circa UN ANNO MENO PER OGNI CICLO. Entro il prossimo quarto di secolo i cicli di nostalgia saranno praticamente così vicini che la gente non sarà più in grado di fare un passo senza provare già nostalgia per quello appena fatto. A quel punto tutto si ferma e arriva la Morte per Nostalgia.”
Magari Frank Zappa ha sbagliato i calcoli nel scrivere la grottesca profezia di qui sopra (nella sua autobiografia del 1990), e ovviamente la sua era una provocazione bella e buona, nata tra l’altro discutendo di musica pop. Eppure è innegabile come la nostalgia di quanto “appena” passato sia spesso e volentieri motore di operazioni commerciali, prima ancora che artistiche.
Nel mondo dei videogiochi, tale nostalgia ha cominciato a materializzarsi con la riproposizione di antiche, meravigliose glorie della storia videoludica in formato remastered, leggasi “con grafica e sonoro in HD per adeguarsi ai tempi che corrono”. Ma se in certi casi (come per l’eccezionale Monkey Island 2 Remastered) l’operazione va oltre la nostalgia e diventa splendida dichiarazione d’amore per un videogioco, è vero anche che nella maggior parte dei casi ci si è limitati a un superficiale restyling, spesso in grado di rovinare le atmosfere dell’originale: piuttosto che le nuove generazioni di videogiocatori, qui il target dell’operazione sono i vecchi nerd che col gioco hanno passato le ore più belle della loro adolescenza, e la nostalgia diventa trappola commerciale di quasi sicura efficacia. Prendiamo poi il caso Duck Tales Remastered. L’operazione è spudoratamente basata sulla nostalgia, dato che l’originale Duck Tales, sviluppato dalla Capcom a partire dall’omonima, mitica serie televisiva della Disney che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 ha sollazzato milioni di giovanotti in tutto il mondo, era sì un ottimo platform, ma non molto originale ne tanto meno eccezionale. Distribuito negli USA nel 1989 (1990 in Europa) per NES e GameBoy, basava il suo successo sulla realizzazione del più grande sogno di ogni bambino divoratore di Topolino e in generale di fumetti della Disney: andare a caccia di tesori con Zio Paperone. E in questo ci riusciva benissimo, entrando prepotentemente nella “Hall of Fame” dei più gioiosi ricordi preadolescenziali di chi ha avuto la fortuna di giocarci. Con tali premesse, Duck Tales Remastered puzza di trappola nostalgica a kilometri di distanza, ma a essere sinceri, bisogna ammettere che gli sviluppatori della Wayforward che ne hanno curato il restilying almeno ci hanno provato, a dare un senso più profondo e meno commerciale all’operazione. Talvolta con successo, più spesso toppando alla grande. Ad esempio, è lodevole il lavoro fatto sul design dei livelli: seppur siano per lo più inalterati rispetto all’originale, sono riuscite le poche variazioni al gameplay, come la battaglia aerea tra Paperone e Cuoredipietra Famedoro durante lo schema “Himalaya”, che rendono il gioco più variegato, dinamico e interessante, o il rafforzare alcuni boss inventando per loro nuove mosse assassine (su tutti Dracula Duck). D’altro canto, sono molte le aggiunte e le modifiche incomprensibili, dalla presenza di un tutorial totalmente inutile per un gioco che usa due soli tasti e permette di fare solo tre mosse, fino alle numerosissime e insopportabili cut-scenes che funestano il ritmo del gioco. Schifosamente concepite graficamente, costruite su interminabili dialoghi che paiono scritti su un tovagliolo di carta durante la pausa pranzo, tocca beccarsele tutte in ogni occasione, e non solo la prima volta che vi ci si imbatte come da sempre si usa fare nel mondo videoludico. Certo, si possono evitare andando nel menu e scegliendo “salta filmato”, ma sono così tante che ben presto anche questo barbatrucco viene a noia, e ci si infastidisce parecchio. Tutte queste sembrano piccolezze, ma inficiano molto sull’esperienza di gioco. Anzi, il fatto che siano effettivamente piccolezze ormai evitate da ogni sviluppatore fa infuriare ancora di più, ed è un peccato, perché nonostante tutto Duck Tales Remastered è comunque un ottimo passatempo, tutt’altro che trascendentale, ma spesso divertente. Di certo è un altro passo verso la Morte per Nostalgia, per dirla alla Zappa, ma siamo sinceri: poteva andare peggio, molto peggio.
Duck Tales Remastered [id., USA 2013]
SVILUPPATORE Wayforward. DISTRIBUTORE Capcom.
PIATTAFORME Xbox 360, PS3, Wii U, PC.
Platform a scorrimento orizzontale.