Un po’ Sherlock un po’ Hitchcock: uno sceriffo sui generis
Walt Longmire, sceriffo della contea di Absaroca, ha sempre incarnato l’immagine dell’integrità e del senso civico. La perdita dell’adorata moglie è riuscita però a minarne la forza d’animo a tal punto da far vacillare la sua dedizione al lavoro e alla famiglia.
Dopo una lunga pausa volontaria, torna in servizio al fianco della capace collega Vic per risolvere uno strano delitto dove sono coinvolti una pecora e un turista. Rientrare in ufficio però significa anche dover affrontare la smania del giovane arrivista Branch, deciso a sfruttare la sua temporanea défiance emotiva per soffiargli il posto, le tensioni con la propria figlia e la cooperazione non sempre idilliaca con il capo della polizia indiana. Approdato inaspettatamente nella programmazione estiva italiana, stagione nella quale normalmente sono le repliche di format e serial stravisti a farla da padrone, fin dalle prime scene Longmire promette di sorprenderci piacevolmente almeno tanto quanto la felice idea di inserire nel palinsesto televisivo cotanta proposta di qualità. Ambientato in quello che forse è uno degli stati più rurali e suggestivi degli Stati Uniti – il Wyoming – dove il fascino della vita vecchio stile dei mandriani e dei rodei sembrano essersi miracolosamente conservati anche nella vorticosa contemporaneità, il telefilm riesce a fondere bene le atmosfere dei western classici con quelle dei più recenti di stampo rivalutativo. Ma la sua singolarità non si esaurisce qui: se si tenta di individuare il genere cinematografico d’appartenenza ci si renderà conto infatti di trovarsi di fronte a una sorta d’ibridazione western-poliziesca. Occhio però a non tirare in ballo paragoni con Walker Texas Ranger in quanto i due telefilm e i rispettivi protagonisti sono distanti anni luce. Metà John Wayne e metà Kevin Costner di Balla coi lupi, questo inedito marshall pur conservando la lucente stella dorata appuntata sul petto e l’inseparabile fucile dei suoi predecessori, non cavalca più il fide destriero tradizionale bensì guida una rombante jeep. Continua ad essere un uomo tutto d’un pezzo, ma sembra non disdegnare la lettura dei grandi classici né preoccuparsi di dover versare qualche lacrima quando si commuove. E, soprattutto, anziché combattere aspramente i nativi si avvale del supporto di uno speciale mediatore culturale – l’amico cheyenne di lunga data – per capire la realtà della vicina riserva indiana.
Insomma, se per qualche ragione ve lo siete fatto sfuggire mentre veniva trasmesso sul piccolo schermo, dovreste rimediare al più presto poiché le intrinseche qualità intraviste nella prima stagione lasciano intendere che si tratti davvero di un inatteso gioiello televisivo di cui si continuerà a parlare a lungo.
Longmire [Id., USA 2012]. IDEATORI John Coveny, Hunt Baldwin (dalla collana “Walt Longmire Mysteries” di Craig Johnson).
CAST Robert Taylor, Katee Sackhoff, Bailey Chase, Cassidy Freeman, Lou Diamond Phillips e Nathaniel Arcand.
Western/poliziesco, durata 45 minuti (episodio), stagioni 2.