SPECIALE BREAKING BAD
Personaggi e attori
Breaking Bad è una serie che deve il proprio successo alla cura minuziosa del personaggio. È infatti la lenta evoluzione del protagonista Walter White a determinare, più di ogni altra cosa, l’appeal principale dell’operazione. Operazione che, meglio di altre, ha compreso il modo migliore per sfruttare l’ontologica prossimità tra serialità e vita reale. E alla luce di tali caratteristiche, come si struttura il lavoro attoriale?
A ben vedere è Walter White l’unico che realmente evolve. Essendo protagonista e soggetto attivo del racconto, è colui che al medesimo tempo modifica l’ambiente e ne rimane modificato. È sotto gli occhi di tutti la metamorfosi del personaggio, il cui aspetto rigorosamente cambia in concomitanza con la sua, nemmeno troppo conflittuale, trasformazione nell’alter ego Heisenberg. Il protagonista infatti, da questo punto di vista, non ha una doppia vita: non è Walter White in casa e Heisenberg in laboratorio, è l’uno che sfuma nell’altro in un lento macro-climax che trova il proprio culmine a cavallo delle due parti della quinta stagione. Trovandosi di fronte a tanto materiale, Bryan Cranston ha un gran lavoro da svolgere. Per passare da genio incompreso a genio del male con tanta lentezza, l’attore adopera i costanti cambiamenti d’aspetto di Walter White, per poterne modificare la micromimica di pari passo con l’evoluzione del personaggio. È il classico lavoro di personificazione e reviviscenza, tipico degli attori americani che, come Bryan Cranston, esagerano quel tanto che basta. Per contro, Jesse Pinkman e la moglie Skyler White, rappresentano l’emblema del soggetto passivo: coloro che subiscono l’influsso del protagonista. In Breaking Bad, parabola sull’egoismo contemporaneo, il soggetto passivo non può che evolvere in modo traumatico. A questo proposito, Aaron Paul e Anna Gunn basano l’intero lavoro attoriale sull’inesorabile calata del personaggio verso la disforia. Ed ecco che la barba di Jesse Pinkman si lascia crescere, gli occhi divengono mano mano più spenti nella più efficace manifestazione della rassegnazione umana. Analogamente la performance di Anna Gunn è tutta giocata sulla sottomissione, sull’accettazione passiva ricalcata nell’enfatica inespressività del volto. Altrettanto efficaci risultano le tipizzazioni dei personaggi a tutto tondo: l’avvocato Saul Goodman e l’agente Hank Schrader. Interpretati da Bob Odenkirk e Dean Norris, i due costruiscono la propria efficacia recitativa nelle caratteristiche fisiche che paiono realizzate ad hoc. In particolare Hank Schrader, gretto, pelato e volgare, pare proprio il classico sbirro violento, meschino e malato di bullismo. In questo caso l’attore ha poco da lavorare: è pienamente nella parte alla prima occhiata. Nulla di nuovo, dunque, nulla di più classico. Ma è proprio questa classicità a fare di Breaking Bad uno dei prodotti che meglio rappresentano il successo della serialità contemporanea.
Breaking Bad – Reazioni collaterali [Breaking Bad, USA 2008-2013]
IDEATORE Vince Gilligan.
CAST Bryan Cranston, Aaron Paul, Anna Gunn, Dean Norris, Bob Odenkirk, Giancarlo Esposito.
Drammatico, durata 47 minuti (episodio), stagioni 5.