SPECIALE BREAKING BAD
ATTENZIONE! SPOILER!
Solo una spalla?
E Jesse Pinkman? Breaking Bad resterà impresso nella memoria con il volto di Walter White, il più complesso, titanico, disperatamente umano personaggio mai apparso su piccolo schermo. Ma, per dirla con gli americani, it takes two to tango, e nel deserto di Albuquerque, fin dall’inizio, a ballare sono stati in due: Walt e Jesse.
Lo ammettiamo: nei 55 minuti di Felina, anagramma di un finale che si è scavato il suo posto nella storia della tv, il nostro tifo era tutto per Pinkman, la tachicardia al ritmo del suo destino in bilico. Jesse è stato protagonista del più bastardo e folle di tutti i romanzi di formazione: il Captain Cook dell’episodio pilota, ragazzo incosciente e privo di ambizioni, è cresciuto a suon di lividi sull’anima, ha imparato il prezzo della sopravvivenza, della lealtà, dell’amore, li ha pagati tutti. Nell’ombra della prova gigantesca di Bryan Cranston, era più difficile accorgersi degli slittamenti progressivi verso il nero nell’interpretazione soffertissima di Aaron Paul, che ha spento la luce negli occhi di Jesse una stagione dopo l’altra, indurendo il suo volto di bambino cresciuto. La cui parabola, disegnata con la consueta coerenza e sensibilità dal team di sceneggiatori fenomenali che Gilligan ha messo insieme, è perfettamente speculare a quella di Walt. Breaking Bad è sempre stato una questione di soldi: banconote da ripulire, nascondere, impilare, l’assicurazione sulla vita del morente Walter White, e il rapporto di Jesse con il denaro è passato, in direzione contraria, dall’accumulo allo sperpero, all’indifferenza, al donarlo casualmente per le vie di Albuquerque. L’arte che Jesse ha imparato suo malgrado è la perfezione tecnica nella creazione di una droga, la stessa di cui prima è stato schiavo come tossico, e per la quale infine è stato schiavizzato nella fabbricazione coatta. Ha avuto il padre putativo più geniale e infame possibile, Walt, che per lui ha speso più tempo, energie e piani criminali che per il suo vero figlio Junior. Da lui è stato manipolato, ingannato e tradito, sì; ma da lui ha imparato anche quasi tutto quello che sa, nel bene e nel male. Se per molti il finale di Breaking Bad era una questione di redenzione o di condanna del deus ex machina Walt, per chi scrive la sola salvezza a contare era quella di Pinkman, l’unico personaggio, a conti fatti, che abbia compiuto un percorso di crescita e non di dannazione. Per questo, il nostro finale è avvenuto qualche minuto prima di quello ufficiale, prima della silente dichiarazione d’amore di Walt alla sua Baby Blue: è stato nel capanno, alla fine dell’inferno, quando Jesse ha detto NO per la prima volta, si è voltato, è uscito, e si è trasformato davanti ai nostri occhi in un uomo.
Breaking Bad – Reazioni collaterali [Breaking Bad, USA 2008-2013] IDEATORE Vince Gilligan.
CAST Bryan Cranston, Aaron Paul, Anna Gunn, Dean Norris, Bob Odenkirk, Giancarlo Esposito.
Drammatico, durata 47 minuti (episodio), stagioni 5.