SPECIALE SOFIA COPPOLA
Il deserto degli apatici
Un cinema fatto di intuizioni e sul quale si costruisce tutto l’architrave filmico, bloccandosi spesso però su questo iniziale moto ideativo. Pellicole che rischiano spesso di dissolversi nel loro proseguire o che trovano linfa all’interno di una narrazione di formazione come lo sono ad esempio Lost in Traslation e Somewhere.
Contestato Leone d’Oro 2010, quest’ultimo diviene opera coadiuvante ed esplicativa del cinema di Sofia Coppola, basato soprattutto su un uso del linguaggio funzionalmente basilare. È un film sulla scoperta dell’esistenza di un qualcosa in se stessi − e nel momento in cui lo si scopre questo qualcosa in realtà lo si trova vuoto − più che una pellicola su uno stato emotivo: Somewhere ci parla del disvelamento dell’assenza di uno stato emotivo. Inserito nel contesto di un lusso apatico, nel celeberrimo Chateau Marmont, dove la bellezza della vita dei singoli abitanti si rispecchia sterilmente su se stessa, Johnny Marco si ritrova all’interno di uno scorrere del tempo privo di valore come allo stesso modo ne sono privi i suoi gesti, atti reiterati senza alcun senso pratico, assumendo significato simbolico solo per chi li osserva dall’esterno. Lo sguardo di Sofia Coppola è uno sguardo fintamente oggettivo, dove a scorrere sotterraneamente si trova un giudizio che parte fin dalla rappresentazione di un ambiente socialmente sterile. È il racconto di formazione che offre una forma costante e unita al tutto, donando alla pellicola quella progressione che non sempre si ritrova negli altri film della Coppola, e dove l’arrivo della figlia Cleo nella vita di Johnny diviene punto di svolta ma anche di contatto con Lost in Traslation. Somewhere diviene emblema di una regista che mostra progressivamente attenzione al disagio di chi in non ha superato l’età adolescenziale, indipendentemente dall’epoca storica, inserito all’interno di un contesto per molti non comune delineando un percorso di atti svuotati nel loro farsi ma che al contempo mettono in mostra un paesaggio reiterante di solitudini personali. Scevro da semplici elementi consolatori, la condivisione con un’altra persona di tutto ciò potrebbe anche essere stato di sospensione da un nulla esistenziale. In qualche modo come fermare la propria auto da un reiterato giro in tondo nel deserto.
Somewhere [id., USA 2010] REGIA Sofia Coppola.
CAST Stephen Dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Michelle Monaghan.
SCENEGGIATURA Sofia Coppola. FOTOGRAFIA Harris Savides. MUSICHE Phoenix.
Drammatico, durata 98 minuti.