Se il genio supera la pazzia
Genio e pazzia. A volte bastano queste due semplici parole per presentare una persona, ma ne servirebbero infinite altre per riuscire a descriverla e una sola per accettarla: amore. Quell’amore che è stato la salvezza di John Nash (Russell Crowe), matematico che grazie ad una scoperta riesce ad annullare tutti i precedenti studi sulla competizione matematica, per merito del quale gli è stato affidato il compito di decodificare i codici segreti nel periodo della Guerra Fredda.
Tra numeri e cospirazioni, qualcosa nella mente di Nash non sembra funzionare come dovrebbe. A Beautiful Mind conquistò nel 2001 quattro Premi Oscar (Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attrice non protagonista, e Miglior Sceneggiatura non originale) e consacrò Russell Crowe come uno degli attori più talentuosi dell’epoca. È intorno alla sua grande interpretazione che ruota tutto il film, ulteriormente enfatizzata dalla trasformazione psichica e fisica del personaggio. John Nash viene ripreso nell’arco temporale che inizia con le prime lezioni alla prestigiosa Università di Princeton, nel 1947, e si conclude con il ritiro del Premio Nobel, nel 1994. Nel corso di questi cinquant’anni, che scorrono linearmente, il regista Ron Howard si muove con abilità e delicatezza per seguire da vicino il cambiamento di una persona, prima ancora che di un genio matematico. Un uomo che ha dedicato tutta la propria vita al lavoro, e che ne è uscito vincitore solamente grazie all’amore della moglie. Howard non si scompone, anzi, aiutato da una bravissima Jennifer Connelly ci inoltra in un mondo reale dove le conseguenze possono essere tragiche se non si è circondati dalle persone giuste e dove regna una sola condizione: la pazienza. Una pazienza snervante, a volte incomprensibile, ma necessaria per aiutare qualcuno a vivere e non solo a esistere. A Beautiful Mind è tutto questo, ma anche molto di più: è la storia di un uomo e del suo incredibile coraggio di non arrendersi. Ma è anche una storia di speranza, di seconde possibilità e di convinzione nei propri mezzi. La grandezza di questo film sta proprio nel raccontare con semplicità e dedizione due mondi paralleli che troppe volte si sono scontrati, e di mescolare con autorevolezza sogni e realtà, allucinazioni e numeri matematici. Ma soprattutto ci racconta con commozione la vita di John Nash, tra genio e pazzia, e di una compagna che con tutto l’amore possibile lo ha preso per mano.
A Beautiful Mind [id., USA 2001] REGIA Ron Howard.
CAST Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ed Harris, Paul Bettany.
SCENEGGIATURA Akiva Goldsman. FOTOGRAFIA Roger Deakind. MUSICHE James Horner.
Biografico/Drammatico, durata 130 minuti.