SPECIALE WONG KAR-WAI
La versione di Wong
Sin dai titoli di testa, il sorprendente esordio di Wong Kar-wai si presenta come un azzeccato connubio tra utilizzo sapiente della musica e gusto raffinato per le immagini: luci al neon azzurre e suoni elettronici accompagnano lo spettatore per quasi tutto il film. La storia, invece, è un remake sui generis dello scorsesiano Mean Streets – un piccolo gangster che si barcamena tra l’amore della cugina malaticcia e le stronzate dell’amico fraterno fuori di testa.
As Tears Go By, dunque, è sia un esercizio di stile che un film di genere e dimostra lo straordinario talento di Wong Kar-wai che, con la sua cinefilia e il suo manierismo di gran classe, si pone subito come un regista internazionale, esportabile sui mercati occidentali. A essere più precisi, Wong è un manierista al quadrato, perché omaggia altri manieristi (continua a farlo anche nell’ultimo, maestoso The Grandmaster con il Sergio Leone di C’era una volta in America, vero precursore della decostruzione temporale del cinema postmoderno tutto): le caratteristiche stilistiche di As Tears Go By, in particolare le scelte musicali e fotografiche, nell’avvicinarsi al formalismo da videoclip, rimandano al cinema anglofono anni Ottanta, ibrido, onnivoro e citazionista, di Schrader, De Palma, Mann, Hill e Stone. Un cinema stilizzatissimo, allucinato e febbrile, fatto di immagini insostenibilmente fiammeggianti e intense, che nella Francia post-Nouvelle Vague del musicofilo Carax si riveste di un romanticismo senza limiti. È un cinema che non ripudia il ralenti e il montaggio frenetico nelle scene d’azione, le soggettive e la macchina a mano, e che sembra voler fagocitare il mondo intero, conoscerlo sensorialmente e dettagliatamente. Nella sua versione più commerciale e più grezza, questo cinema è quello di Tony Scott, a cui non a caso Wong Kar-wai ruba in As Tears Go By la moroderiana Take My Breath Away di Top Gun: è sulle note di una cover di questa canzone che il protagonista, Wah, e la cugina Ngor si innamorano. As Tears Go By, infatti, pur essendo pieno di sparatorie e scontri violentissimi, torture e sangue da film di gangster contemporaneo, claustrofobia metropolitana abelferrariana, non rinuncia ai sentimenti. E basterebbe la scena in cui Wah sfiora appena la mano di Ngor, prima di sottrarle la sigaretta accesa, per dimostrare che Wong Kar-wai è già, in questo film, regista di grande delicatezza, cantore dei piccoli gesti d’amore, come sarà nel meraviglioso In the Mood for Love.
As Tears Go By [Wong gok ka moon, Hong Kong 1988] REGIA Wong Kar-wai.
CAST Andy Lau, Maggie Cheung, Jacky Cheung, Alex Man.
SCENEGGIATURA Jeffrey Lau, Wong Kar Wai. FOTOGRAFIA Wai-keung Lau. MUSICHE Danny Chung, Teddy Robin Kwan.
Drammatico, durata 102 minuti.