SPECIALE MICHEL GONDRY
Guida galattica per innamorati
Prendete una storia d’amore à la Jeux d’enfants, un’ambientazione in stile Guida galattica per autostoppisti, un’atmosfera musicale da Wes Anderson, l’attrice alias Amélie Poulain e un attore come Omar Sy, in voga e adatto a creare simpatiche controscene: otterrete più o meno Mood Indigo.
Allontanandosi dal patetismo visionario (e un po’ american style) di Se mi lasci ti cancello, Gondry torna dietro la macchina da presa per trasporre sul grande schermo l’omonimo romanzo di Boris Vian. E lo fa con ottimi risultati, mescolando e integrando cinematografie diverse, nascondendo le contraddizioni create fra loro proprio esaltandole, con iperbolismi scenografici e straniamenti tecnici, split screen e effetti speciali inclusi. La grande storia d’amore francese, ingenua e struggente, da favola e da sogno, riesce ancora una volta a sortire il suo effetto e a emergere con tutta la sua forza, scavalcando quasi il proprio creatore, facendo cioè dimenticare l’opera di composizione e direzione che Gondry ha realizzato. Il regista conferma qui la sua versatilità così come il suo attaccamento al cinema e all’immaginario comune ad esso correlato, che, seppure esaltato all’ennesima potenza in Be Kind Rewind, resta latente e percepibile in tutte le sue opere. Nel mondo creato dal libro, che oscilla tra dettagli kitsch e fantascienza, Gondry non solo non disdegna di inserire rimandi ai titoli della propria e dell’altrui filmografia, ma anzi sembra divertirsi a disseminare le due ore di pellicola con briciole diegetiche così da contrassegnare un cammino ben definito. Le polaroid che cadono e vengono raccolte dalla Tatou sono solo uno degli escamotage con cui si riferisce ad un universo di forme ormai note al pensiero comune. Si crea in fin dei conti quasi un manuale d’istruzioni per orientarsi in un mondo alieno, in cui i singoli individui sono in realtà molto vicini tra loro, al contrario di quello che succede nel “nostro” mondo, in cui, tutti immersi in situazioni conosciute, familiari e fisicamente comprensibili, siamo singolarmente trincerati dietro barricate e protezioni che solo un’ingenuità come quella ben nota della Tatou o quella riscoperta di Duris (che si svela qui toccato e coinvolto dopo ruoli ben più “sgamati” quali Lupin o Molière) possono abbattere. Un mosaico di elementi diversi e talvolta contrastanti, che riescono a comporre un unicum ben dosato e articolato, in piena sintonia con i gusti degli amanti di queste storie: questo è, in fondo, Mood Indigo.
Mood Indigo – La schiuma dei giorni [L’écume des jours, Francia 2013] REGIA Michel Gondry.
CAST Romain Duris, Audrey Tatou, Gad Elmaleh, Omar Sy, Aïssa Maïga, Michel Gondry.
SCENEGGIATURA Luc Bossi (tratto dall’omonimo romanzo di Boris Vian). FOTOGRAFIA Christophe Beaucarne. MUSICHE Étienne Charry.
Drammatico, durata 125 minuti.