Oggetto narrativo non identificato
L’occasione della mostra milanese dedicata a Apichatpong Weerasethakul, allestita tra marzo e aprile scorsi presso l’Hangar Bicocca, ha confermato anche in Italia l’attenzione crescente verso il lavoro del video artista e filmmaker thailandese, mettendone in luce l’eclettismo e la capacità di creare oggetti audiovisivi non riconducibili a percorsi formalmente organici, in favore di una contaminazione di linguaggi e modalità produttive che, film dopo film, ha permesso a Apichatpong di conquistarsi un posto di primissimo piano entro il panorama internazionale degli autori emergenti.
In relazione alla mostra Primitive l’Hangar Bicocca propose un affascinante tour di proiezioni che permetteva al pubblico di ripercorrere, nell’arco di una sola notte, la filmografia completa del regista, dai primi cortometraggi fino al recente, e molto premiato, Mekong Hotel. In questo quadro compatto saltava immediatamente agli occhi il valore decisivo del lungometraggio d’esordio Mysterious Object at Noon, riproposto in questi giorni anche a Venezia nella sezione Classici: film perturbante e veramente libero (anche formalmente: pellicola 16 mm, bianco e nero sgranato e macchina a mano), confermava con largo anticipo le suggestioni delle opere successive ponendosi il problema di nutrire un cinema contro le narrazioni tradizionali e, tuttavia, totalmente fondato sul gusto fantasioso per le storie, i loro archetipi, le loro infinite possibilità. Mysterious Object at Noon trae origine dalla tecnica narrativa surrealista del “cadavre exquis”, che consiste nel lasciare che una vicenda sia plasmata dall’intervento di più persone, secondo il desiderio di ciascuna e senza curarsi di quanto si era costruito fino allo snodo precedente. In questo gioco combinatorio fortemente condizionato dalle sensibilità degli storytellers, Mysterious Object sfalda rapidamente il confine tra documentario e fiction, anzi sembrerebbe indagare il potere della realtà di farsi finzione, assetata di storie di ogni tipo e sapore, devota all’improvviso profilarsi di nuovi spunti, aperta – e questo sarà oggetto anche dei film successivi – a quel patrimonio di leggende, memorie e immaginazioni che nutre, sotterraneamente, un Paese profondamente in crisi come la Thailandia. Anche per questo il film sembrerebbe dotarsi di un intenso afflato politico, nell’utopia di vincere la paralisi dell’immaginario collettivo chiedendo a ciascun protagonista il proprio contributo, un tassello imprevedibile e necessario per permettere al film, e alla vita, di continuare.
Mysterious Object at Noon [Dokfah nai meu maan, Thailandia 2000] REGIA Apichatpong Weerasethakul.
CAST Pomsri Pinyopol, Kannikar Narong, Chakree Duangklao, To Hanudomlap.
SCENEGGIATURA Apichatpong Weerasethakul. FOTOGRAFIA Prasong Klinborrom.
Documentario sperimentale, durata 89 minuti.