“Nessun sogno è troppo grande, nessun sognatore troppo piccolo”
In un 3D di ordinaria amministrazione, tra uno zoom e l’altro, Turbo racconta, in maniera piuttosto prevedibile e scialba, la storia paradossale di Teo, chiocciola in crisi con la propria natura, a causa di una passione sfrenata per le corse automobilistiche e la velocità.
Una vera e propria ossessione, che addirittura porta Teo a tentare di vincere, con il nome di Turbo, la mitica Indy 500, sfidando il suo idolo umano, Gagné, sbruffone e vanesio, secondo lo stereotipo del francese, ma velocissimo sulle quattro ruote. Non è uno spoiler se riveliamo che, ovviamente, superando mille difficoltà, alla fine Teo riesce a vincere la gara: Turbo appartiene, infatti, a quella tradizione di film statunitensi edificanti, sul sogno americano di riscatto sociale e di rivincita nei confronti della sorte avversa. Teo risulta infine vincitore proprio perché sognatore e idealista, a differenza del fratello Chet, che invece gli suggerisce, almeno inizialmente, di accettare la monotonia dell’esistenza. Una vita dove l’unica emozione è la paura di finire vittima dei giganteschi nemici rappresentati dagli uccelli predatori (che in una scena ripetuta ogni volta, con effetti di umorismo nero, si avventano ogni mattina su una diversa delle chiocciole, dandole appena il tempo di salutare le altre), dal giardiniere, dal bambino pestifero, o di rimanere schiacciato dai pomodori. La stessa opposizione tra un personaggio disilluso, con i piedi per terra, e l’altro ricco di immaginazione e speranze caratterizza la seconda coppia di fratelli del film, i Lopez, venditori di tacos: Tito, che diventa l’alleato di Teo, e Angelo. Quando Tito, che già organizzava gare di velocità clandestine tra chiocciole, si accorge delle straordinarie potenzialità di Teo, non esita nemmeno per un momento ad accompagnarlo a Indianapolis. Alla monodimensionalità dei personaggi, compreso Teo, sfugge soltanto Gagné, che, come spesso succede, è un villain più interessante dei protagonisti. È lui a favorire l’iscrizione di Turbo alla gara, ma solo per ottenere risalto, indirettamente, sui giornali. “I sognatori prima o poi dovranno svegliarsi”, dice Gagné cinicamente a Teo. E se la previsione è sbagliata per la sorte di Teo, è invece valida, senza alcun dubbio, per gli spettatori addormentati in sala.
Turbo [Id., USA 2013] REGIA David Soren.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Ryan Reynolds, Paul Giamatti, Michael Peña, Samuel L. Jackson.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Emiliano Coltorti, Enzo Avolio, Francesco Venditti, Massimo Lopez.
SCENEGGIATURA Darren Lemke, Robert D. Siegel, David Soren. FOTOGRAFIA Chris Stover.
MUSICHE Henry Jackman.
Animazione, durata 96 minuti.