66° Festival del film Locarno, 7 – 17 agosto 2013, Locarno
Il fascino indiscreto della cinefilia
In questi primi giorni del 66° Festival del film Locarno ha raccolto approvazioni e lodi pressoché unanimi The Dirties del canadese Matt Johnson, giovanissimo filmmaker il cui esordio nel lungometraggio è stato scelto per la sezione “Cineasti del presente”, la costola del festival pardato dedicata ai cineasti e alle idee di cinema emergenti.
Il film è sbarcato sulle rive del Lago Maggiore già forte del “Gran Premio della Giuria” conquistato allo Slamdance Film Festival (sorta di versione indipendente del Sundance). Johnson realizza un film sul potere pervasivo e insinuante della cinefilia, a metà strada tra l’omaggio affettuoso e l’avvertenza ad un utilizzo moderato e consapevole, un po’ come se la passione per il cinema fosse una specie di morfina che puo’ alleviarti il dolore cosi`come mandarti fuori di testa. Soprattutto se intercetta le insicurezze, le paure e le solitudini di due adolescenti di provincia (interpretati dallo stesso Johnson e dal suo amico Owen Williams; inoltre, tanto per ribadire le connessioni con l’autobiografia, i caratteri hanno gli stessi nomi di chi li interpreta) anticonformisti e per questo presi continuamente di mira dai bulli. La quotidianità fatta di soprusi e di solitudine offre alla coppia di amici l’idea di girare e interpretare un film dedicato a una sorta di coppia di giustizieri del bullismo. Peccato che i confini tra finzione e realtà diventino sempre più labili, fino a scomparire con conseguenze tragiche, immortalate e sottolineate da un finale perfetto, incisivo e − come di rado capita altrove − aderente al senso profondo del film da un drastico “taglio” di sequenza e di inquadratura. L’abbraccio mortale tra realtà e finzione cinematografica è sottolineato dal fatto che per tutta la narrazione il nostro sguardo è filtrato dall’occhio di una cinepresa, così che ad un certo punto non si capisce se stiamo assistendo alle scene del loro film (che, tra l’altro, ad un certo punto sembra avere varie versioni) o se invece alla loro realtà. Allo stesso fine contribuisce la comicità costante, che, oltre a rendere The Dirties irresistibile, sottolinea lo straniamento e la fuga nella follia, con un umorismo che acquista un retrogusto sempre più acre man mano che la sconnessione aumenta. Giocando con modelli quali gli adolescenti di Van Sant, il found footage e l’ironica rielaborazione della Storia del Cinema di Tarantino, Johnson, nonostante la statura dei riferimenti, riesce ad offrire un film originale, esilarante, pregnante e sconvolgente.
p.s.: non perdetevi i titoli di coda; non dovreste mai farlo, ma questa volta ne vale veramente la pena.
The Dirties [id., Canada/USA 2013] REGIA Matt Johnson.
CAST Matt Johnson, Owen Williams, Krista Madison, David Matheson.
SCENEGGIATURA Matt Johnson, Josh Boles, Evan Morgan. FOTOGRAFIA Jared Raab.
Commedia/Drammatico, durata 83 minuti.