Voce e anima del Sud America
“Scrivi come ne hai voglia, usa i ritmi che ti vengono in mente, prova diversi strumenti, siediti al piano e distruggi la metrica, grida anziché cantare, soffia nella chitarra e pizzica la tromba. La canzone è come un uccello sprovvisto di piani di volo che non non volerà mai in linea retta. Odia la matematica e ama il disordine”. Basterebbe, forse, già soltanto una frase come questa per intuire la spiccata sensibilità di Violeta Parra, cantautrice, poetessa, scultrice e pittrice fuori dal comune, tuttora scarsamente conosciuta in Europa.
Un’artista poliedrica ma in primis una donna caparbia e orgogliosa delle proprie radici, che non teme di dichiarare apertamente che “Sono india ma non completamente. Sono sempre stata arrabbiata con mia madre perché non si è sposata con un indio”. E persino di ribellarsi quando, dopo essersi esibita di fronte all’élite politico-industriale del proprio paese, anziché cenare col resto dei commensali viene invitata a uscire dalla porta secondaria per raggiungere la servitù nelle cucine. Autodidatta ma consapevole del proprio valore artistico, dipinge smaniosa di raccontare con schiettezza la realtà popolare cilena convinta già a priori che i suoi quadri sarebbero poi stati certamente esposti nientemeno che al Louvre. Il film ci guida attraverso l’intensa vita di Violeta mostrandoci come già da piccola fosse una bimba prodigio, destinata ad attirare l’attenzione di tutti su di sé proprio come quando la vediamo zittire i compaesani adulti perché secondo lei hanno mancato di rispetto nei confronti dell’istrionico padre. Attraverso le canzoni e i flashback il pubblico conosce da vicino le intenzioni stilistiche e i traguardi personali di un’artista ossessionata dalla ricerca del mezzo più idoneo ad esprimere la complessa identità multietnica cilena e che con la propria struggente voce riuscì a delineare lo stupore per la natura, l’amore e il precario equilibrio di chi vive tra le privazioni tentando di coltivare l’aspra e sabbiosa terra della cordillera andina. Violeta contribuì a evitare che la ricchezza culturale dell’America Latina, allora seriamente in pericolo di estinzione poiché tramandata solo oralmente, scomparisse. Un fatto che esula il solo perseguimento di un vezzo personale e anticipa di qualche anno quell’operazione antropologica e storiografica nei confronti della tradizione dei nativi degli Stati Uniti, che iniziò ad essere perseguita con sempre maggior meticolosità conseguentemente alla questione della guerra del Vietnam e alla successiva presa di coscienza da parte della società statunitense.
Violeta Parra – Went to Heaven [Violeta Parra se fue a los cielos, Cile/Argentina/Brasile 2011] REGIA Andrés Wood.
CAST Francisca Gavilán, Thomas Durand., Gabriela Aguilera, Pedro Salinas.
SCENEGGIATURA Eliseo Altunaga. FOTOGRAFIA Miguel Abal, Miguel Ioann Littin Menz. MUSICHE Violeta Parra.
Biografico/Drammatico, Durata 110 minuti.