Cinema antropomorfo
Restaurati per la Slovenska kinoteka dal laboratorio La Camera Ottica del Dams di Gorizia, i tre corti di Karpo Godina, Pes (1965), Divjad (1965) e A.P. (1966) rappresentano il cosiddetto “piccolo trittico” del regista sloveno, realizzato in 8 mm e in bianco e nero.
Esponente dell’“Onda nera”, movimento cinematografico che tra gli anni Sessanta e Settanta ha proposto numerosi film di critica sociale, Godina mette al centro il corpo umano, soggetto privilegiato dalla sua telecamera, sottolineando anche, attraverso le scelte di ripresa, la fisicità del suo cinema avanguardista. Il corpo umano viene immortalato da inquadrature fisse, che ne trattengono la spinta centrifuga fuori dal campo visivo, oppure viene continuamente braccato dal regista che ne intercetta ogni movimento. Quale che sia la relazione intrattenuta con l’oggetto, la cinepresa mette in luce, caratterizzandone ulteriormente il dinamismo vertiginoso, la sua natura eversiva, la sua volontaria non adesione all’organo percettore, che non riesce mai a immobilizzarlo completamente. Nel piccolo trittico la macchina cerca i volti nell’ambiente, che passa in secondo piano rispetto all’assoluto protagonismo dell’essere umano. In Pes (“cane”) Godina sceglie di restare fuori dalla scena, semplice testimone dell’accaduto. Un uomo corteggia una donna in una stanza da letto: i due bevono fino a perdere ogni controllo e l’uomo, dopo aver cercato di abusarne sessualmente, la uccide, sotto lo sguardo di un cagnolino. La violenza è animalesca, l’essere umano si sostituisce alla bestia. In Divjad (“gioco”) invece, Godina recita egli stesso immergendosi nella folla che cammina per le strade. Il regista incontra una donna e la segue, incrociando più volte il suo sguardo, che ricambia le attenzioni dell’uomo. Le due figure si scambiano le parti dell’osservatore e dell’osservato in una ricerca senza fine, un gioco che diventa sempre più confuso e che abbatte la visione romantica dell’amore: il corteggiamento si fa estenuante, i gesti ripetuti, il desiderio mai appagato. Ma certamente il corpo umano trionfa ancor di più con la sua energia inarrestabile in A.P. (“Anno passato”), in cui una ballerina esprime danzando tutto lo spettro emotivo, dalla gioia alla disperazione. La danza, arte fisica per eccellenza, e il cinema si fondono per affermare la necessità materica dell’essere umano, che è primariamente corpo, il quale non può essere trasceso ma diventa veicolo visibile di stati emotivi e mentali che altrimenti non avrebbero una loro manifestazione.
Pes [id., Slovenia 1965] REGIA Karpo Godina, Mario Ursic.
Corto sperimentale, durata 8 minuti.
Divjad [id., Slovenia 1965] REGIA Karpo Godina, Jure Pervanje.
Corto sperimentale, durata 8 minuti.
A.P. [id., Slovenia 1966] REGIA Karpo Godina.
Corto sperimentale, durata 5 minuti.