SPECIALE HORROR ITALIANO, II PARTE
Susy nel paese delle non meraviglie
“Susy Banner decise di perfezionare i suoi studi di balletto nella più famosa scuola europea di danza. Scelse la più famosa accademia di Friburgo. Partì un giorno alle nove di mattina dall’areoporto di New York e giunse in Germania…”; con una sorta di “C’era una volta” orrorifico e maledetto inizia Suspiria, film del 1977 di Dario Argento.
Ispirato al libro di Thomas de Quincey, Suspiria de profundis, la pellicola del regista, successiva a Profondo rosso (1975), dà inizio alla trilogia delle tre Madri, assieme a Inferno (1980) e La terza madre (2007). Dario Argento lavora alla sceneggiatura con la compagna Daria Nicolodi che inserisce nel lavoro tutto quell’insieme di valori, principi e personaggi, derivanti dal mondo delle fiabe e dai racconti della nonna Yvonne Loeb, pianista parigina che aveva frequentato un corso in un’istituto musicale francese. Il regista in più di un’intervista racconta di come il suo primo intento fosse stato quello di far interpretare il film a un gruppo di minorenni, ma che molti furono i divieti e gli ostacoli incontrati. L’autore ha aggirato le avversità lavorando sia per costruire dei personaggi che non sono dei bambini, ma si comportano come tali – molti i litigi che ricordano quelli dei più piccoli, che si fanno le smorfie prendendosi in giro. Intelligente è l’idea di alzare le maniglie delle porte, unica di via di fuga: le ragazze hanno paura, fuggono, tentano di scappare e come i bambini non riescono a raggiungere le maniglie. Susy/Jessica Harper – scelta per stessa ammissione del regista per il “volto da bambina” e gli “occhioni da manga” – viene dipinta come una sorta di Alice nel paese delle meraviglie, in un mondo in cui queste non esistono, dove c’è posto solo per terrore, paure, sangue e streghe malvagie. Una sorta di Biancaneve che con pelle diafana e capelli scuri, immersa in un bosco, in questo caso la Foresta Nera, incontra la strega cattiva. Argento chiude tutto il male nella scuola di Friburgo – che sembra rifarsi a tutte quelle terribili e mostruose case delle favole, che hanno popolato i nostri incubi infantili; e la giovane, in quella trappola, a poco a poco, scopre verità scomode, e noi con lei, rinchiusi come siamo, in un’atmosfera che ci terrorizza tanto quanto ci affascina. Questa favola horror è un buon esempio del cinema di Dario Argento che dà libero sfogo a tutto un mondo visionario, caro al nostro autore, colpisce i nostri occhi (con colori sgargianti, innaturali e forti) e le nostre orecchie (con la musica dei Goblin), “eviscerando” tutte le angosce più profonde del nostro essere, inferendo colpi sicuri e spietati a noi spettatori, colpi che purtroppo ci mancano da parte degli ultimi suoi lavori.
Suspiria [Italia 1977] REGIA Dario Argento.
CAST Jessica Harper, Stefania Casini, Alida Valli, Flavio Bucci.
SCENEGGIATURA Dario Argento, Daria Nicolodi. FOTOGRAFIA Luciano Tovoli. MUSICHE Goblins, Dario Argento, Massimo Morante.
Horror, durata 97 minuti.