Una vita facile
Prima che una sgradevole vicenda giudiziaria gettasse un’ombra di tristezza su casa Sordi, Luca Verdone e il fratello Carlo, accolti da Aurelia Sordi, hanno ambientato nell’abitazione-mausoleo di Albertone, intatta da decenni, quasi tutto il documentario.
Vediamo, quindi, il guardaroba di Sordi, la camera da letto dove amava riposarsi senza essere disturbato, la “barberia” e, nel finale, il piccolo teatro/sala cinematografica, unico vero punto di contatto tra la vita professionale e quella privata. Il titolo parla da sé: Alberto il grande è caratterizzato da una grande discrezione e da un religioso rispetto, ai confini della venerazione. Molto spazio è riservato alla ricostruzione della prodigiosa carriera di Sordi, anche se le numerose sequenze di film interpretati dall’attore, scelte azzeccatamente e disposte in ordine cronologico (dagli anni Cinquanta di Mamma mia che impressione fino agli ultimi, trascurabili, film), sono tutte di breve durata e intervallate da interviste di carattere aneddotico a conoscenti e collaboratori. Viene fuori, così, per quanto possibile, anche il lato umano di Alberto, irresistibile comico sul grande schermo, cattolico con conoscenze nelle alte gerarchie ecclesiastiche e uomo non privo di malinconia, un po’ schiavo delle abitudini, nella vita. Condivisibile la scelta di assegnare il ruolo di cicerone in questo viaggio esplorativo a Carlo Verdone: considerato l’erede naturale di Sordi, la sua evoluzione moderna, Verdone non solo ha lavorato con lui in In viaggio con papà (1982), ma ne è stato anche dapprima vicino di casa in via delle Zoccolette e poi amico, quando ancora il lutto per la perdita di una sorella e l’avanzare dell’età non avevano spinto Sordi a chiudersi sempre più nella quiete solitaria delle mura domestiche. Verdone chiede alla domestica di Sordi, Pierina Parenti, come passava le domeniche l’attore e la risposta, con tanto di descrizione del piatto unico composto di pasta al sugo e polpettine, cioè il pranzo preferito consumato da Albertone prima dell’inevitabile abbiocco con la radio accesa, è una conferma della capacità di Sordi di godersi la vita, anche nei suoi aspetti più ordinari. Un vero italiano, insomma, dongiovanni e spiritoso, molto legato alla famiglia e a uno stile di vita borghese, ma anche impavido davanti alla morte come il personaggio della Grande guerra. Per questo, quando Warhol, a una festa, gli chiese come facesse a interpretare sempre personaggi apparentemente così diversi, Sordi gli rispose, intelligentemente, “basta cambiarsi il cappello”.
Alberto il grande [Italia 2013] REGIA Carlo Verdone, Luca Verdone.
CAST Carlo Verdone, Aurelia Sordi, Goffredo Fofi, Arturo Artadi, Emi De Sica.
SCENEGGIATURA Carlo Verdone, Luca Verdone. FOTOGRAFIA Marco Fiata. MUSICHE Angelo Talocci.
Documentario, durata 85 minuti.