INEDITO - USA/RUSSIA 2012
Un’audace riflessione su una nuova tipologia umana
La fortuna del genere umano, stando all’opinione condivisa degli studiosi, sembra ebbe inizio milioni di anni fa quando i nostri antenati ominidi assunsero una posizione eretta e presero coscienza del loro miracoloso pollice opponibile: due piccoli particolari che a quanto pare permisero loro di fare un notevole salto di qualità conducendoli da uno stato di sudditanza nei confronti dell’ambiente a uno in cui riuscivano ingegnosamente a piegare gli elementi naturali.
Sia che si creda alle teorie evolutive darwiniane che all’origine divina della vita sulla Terra, si concorderà sul fatto che l’umanità, oramai in grado di vagabondare nell’immenso spazio siderale con le proprie sonde, ne ha fatta di strada da quando si nascondeva nelle grotte per timore dei fenomeni meteorologici. A scuola insegnano che c’è stata l’era dell’homo erectus e poi, tempo dopo, quella del sapiens sapiens. Branded invece suggerisce che ora forse siamo in presenza di un’altra specie: quella dell’homo consumens, che non si identifica con quello che è o sa fare ma con ciò che possiede, popolando un mondo dominato furbescamente da chi sa gestire persuasioni oculate e messaggi subliminali a tal punto da riuscire a indurre nuovi bisogni e far scegliere qualcosa che purtroppo spesso non è manco il meglio sul mercato. Una tematica che, cinematograficamente parlando, era già stata toccata più o meno indirettamente – chi non ricorda l’insana smania di dar fondo alle carte di credito della protagonista pasticciona di I love shopping o il severo monito di Super Size me sulle possibili conseguenze causate dal consumo eccessivo di junk food – anche se mai in maniera così evidente come in questo film indipendente.
Misha è un pubblicitario cinematografico di successo che si è fatto strada grazie alla propria intuizione e l’innata predisposizione al marketing. Dato che questi è venerato da tutti quasi come fosse una divinità del settore è quasi impossibile per la giovane Abby non soccombere al suo fascino mentre producono assieme uno show inteso a esaltare la perfezione fisica a tutti i costi. Ma un incidente sul set muterà repentinamente il consenso popolare in un’ondata di proteste collettive. Il sospetto che dietro al non casuale flop del format si celi un complotto mediatico-industriale si farà allora sempre più assillante.
Se si riesce a soprassedere alla presentazione grafica dell’entità dei marchi, visualmente mal riuscita se non addirittura ridicola (sarebbe stato meglio infatti investire di più nella CGI), e si perpetua con la visione del film, si assisterà ad un coraggioso invito a riflettere sui canoni di bellezza e virtù imposti a livello globale dai media, dall’economia e dalla società che non deluderà.
Branded [Id., USA/Russia 2012] REGIA Jamie Bradshaw, Aleksandr Dulerayn.
CAST Lelee Sobieski, Ed Stoppard, Max von Sydow, Jeffrey Tambor.
SCENEGGIATURA Jamie Bradshaw, Aleksandr Dulerayn. FOTOGRAFIA Rogier Stoffers. MUSICHE Eduard Artemiev.
Fantascienza/Drammatico, durata 106 minuti.