INEDITI – USA 2013
Dove va il demenziale?
Quando si parla di demenziale spesso e volentieri ci si riferisce ad una sorta di ipertrofia del comico, all’interno del quale la componente materiale si spinge oltre ai limiti del possibile e del socialmente accettabile. In buona sostanza si tratta di un cinema prettamente corporale, diretto discendente di una tradizione slapstick in cui gli oggetti del mondo vengono privati della loro funzionalità sociale.
Un filone, il demenziale, che pare attualmente in crisi qualitativa. Dopo i fasti postmoderni del trio Zaz (Zucker-Abraham-Zucker) e dopo l’innegabile appeal dei primi Scary Movie, tale cinema risulta oggi mediocre e prevedibile, e film come Hot Movie, Epic Movie, Onion Movie sembrano ripetere, già dai suffissi, un formula ampiamente rodata.
Anche Movie 43 sembra, ad un primo sguardo, riproporre la tradizione. E infatti in un certo senso lo fa, visto che il progetto doveva essere “un Ridere per ridere contemporaneo”. E se pensiamo che il film veniva lanciato con il titolo di Comic Movie, l’idea che ci facciamo è quella di una sorta di quintessenza della ricetta demenzial-parodica.
Tutto vero, ma c’è altro. Movie 43 è anzitutto un film corale: architettato da Peter Farrelly, in veste garante autoriale, il progetto è composto da sedici cortometraggi distribuiti ad incastro sulla base di un tema principale che fa da collante. In pratica, il tutto scaturisce da The Pitch, l’episodio portante, in cui Dennis Quaid recita la parte di uno sceneggiatore pazzo che costringe un produttore ad ascoltare i suoi strambi progetti (ne esiste una versione alternativa, chiamata The Thread, in cui tre adolescenti cercano in rete il filmato più proibito di tutti i tempi).
Nel coacervo di storie che compongono Movie 43 spicca The Catch, in cui Beth (Kate Winslet) si trova ad un appuntamento al buio con un affascinante businessman (Hugh Jackmann) che però ha un “lieve” difetto fisico (i testicoli sul collo). Vi è poi The Proposition, in cui Anna Faris fa la “romantica” proposta al fidanzato: vuole che lui defechi su di lei. Non mancano, inoltre, parodie in senso più stretto: in Machine Kids, si fa il verso alle pubblicità progresso, narrando di bambini sfruttati che letteralmente vivono dentro i distributori automatici di bibite. Ma tra tutti i corti, il più interessante è, senza alcun dubbio, Beezel, in cui un gatto animato, che nutre un’attrazione omosessuale verso il proprio padrone (Josh Duhamel) tanto da masturbarsi davanti alle foto di lui in costume. Quando in casa arriverà una ragazza (Elizabeth Banks) lui manifesterà, in vari modi, una spiccata gelosia.
Un prodotto piuttosto variegato, che, a discapito delle critiche negative, riesce in qualche modo a districarsi dalle stanche reiterazioni del genere. In che modo? Semplicemente smorzando parzialmente il tasto citazionistico e spingendo al massimo il pedale della risata fisiologica, attrazionale, ma non acritica.
E’ il comico che sta, piano piano, riemergendo.
Movie 43 [id., USA 2013] REGIA Steven Brill, Peter Farrelly, Will Graham, James Duffy, Jonathan van Tulleken, Elizabeth Banks, Patrik Forsberg, Brett Rainer, Rusty Cundieff, James Gunn, Bob Odenkirk.
CAST Elizabeth Banks, Jimmy Bennett, Halle Berry, Gerard Butler, Kieran Culkin, Joosh Duhamel, Anna Faris, Richard Gere, Dennis Quaid, Kate Winslet, Liev Schrieber (e altri)
SCENEGGIATURA Rocky Russo, Jeremy Sosenko, Ricky Blitt, Bill O’ Malley, Will Graham, Jack Kukoda (e altri). FOTOGRAFIA Frank G. De Marco, Steve Gainer, Matthew F. Leonetti (e altri).
Comico, durata 90 minuti.