17 LUGLIO, COMPLEANNO DI DONALD SUTHERLAND
Radiografia dell’istituzione famigliare
Il fortunato esordio alla regia di Robert Redford vince, nel 1981, ben quattro Oscar e inaugura una brillante carriera da efficace direttore d’attori, culminata nel convincente La regola del silenzio.
Redford è il continuatore di un cinema vecchio stampo, fatto di solide sceneggiature e grandi interpretazioni. Un cinema umanista e coerente, che non esita a rivisitare avvenimenti storici importanti, come in The Conspirator, per svelare le ambiguità del sogno americano (in questo, Quiz Show è esemplare), o a tuffarsi nelle contraddizioni del presente (Leoni per agnelli). Con la solita, ammirevole indignazione. In Gente comune, però, la Storia è assente, ci sono solo le piccole storie dei personaggi, i componenti di una famiglia borghese, sconvolta dalla morte del figlio maggiore, Bucky, in un incidente in mare. Il generoso Cal, interpretato da uno straordinario Donald Sutherland, e l’algida Beth, una fantastica Mary Tyler Moore, non sanno come gestire la depressione di Conrad, il figlio sopravvissuto, e non riescono a trasmettergli il loro affetto. Il passato li affligge, ritornando continuamente, a livello visivo e sonoro, nella forma del ricordo rimosso di una felicità spezzata, e, per Conrad, sottoforma anche di veri e propri incubi ossessivi. Quando, evitando la rimozione del trauma e dei sentimenti, attività in cui Beth non ha uguali, la famiglia inizia davvero a comunicare, anche grazie all’intervento provvidenziale dello psicoterapeuta che ha in cura Conrad, il dr. Berger, la stagnazione emotiva di Conrad, inizialmente, lascia spazio alla rabbia: un primo passo, per il ragazzo, verso il perdono delle proprie e altrui debolezze. E mentre anche Calvin si rimette in discussione, la mamma-robot non ci riesce e deve necessariamente farsi da parte, come l’inquietante genitrice Meryl Streep di Kramer contro Kramer. La famiglia non tornerà mai unita come prima, ma la macchina da presa dallo sguardo discreto, che nell’incipit inquadrava il vuoto degli spazi esterni e le foglie d’autunno mortuarie, riesce, nel finale toccante, a eternare in un fermo immagine quell’abbraccio padre-figlio che consegna Gente comune alla storia del melodramma hollywoodiano.
Gente comune [Ordinary People, USA 1980] REGIA Robert Redford.
CAST Timothy Hutton, Donald Sutherland, Mary Tyler Moore, Judd Hirsch.
SCENEGGIATURA Alvin Sargent, Nancy Dowd (dal romanzo di Judith Guest). FOTOGRAFIA John Bailey. MUSICHE Marvin Hamlisch.
Drammatico, durata 124 minuti.