A dir poco deludente
Da lunedì 6 maggio a sabato 28 luglio 2013 va in onda su Rai Uno alle 21:10 la riedizione di uno dei programmi televisivi più visti e amati di sempre: il mitico Carosello. Tre minuti e mezzo per tre spot pubblicitari che hanno la pretesa di riportare in vita la tipica e inimitabile struttura dei vecchi caroselli, andati in onda per vent’anni dal 1957 al 1977.
Un’operazione, quella di Carosello Reloaded, paragonabile a quella cinematografica del remake, che sembra avere nient’altro che lo scopo di ottenere maggiori ascolti in una fascia oraria già di per se appetibile, attirando così maggiori investitori. E lo si fa con un format che a suo tempo ha riscosso un incredibile successo di pubblico. Ma la differenza è abissale. Come si può pretendere che il Carosello attuale possa eguagliare l’originale? Il contesto socio-culturale e televisivo è profondamente cambiato, il pubblico non è lo stesso di un tempo: all’epoca grandi e piccini aspettavano con ansia la messa in onda di quel grazioso programma televisivo con cui si chiudeva il palinsesto. Le abitudini di quegli spettatori erano diverse e l’offerta televisiva era notevolmente ridotta in quanto esisteva soltanto Mamma Rai. Ora, sebbene il nuovo Carosello in linea con le pratiche crossmediali approdi anche sul web e sui dispositivi mobili, è molto difficile che il telespettatore del nuovo millennio si metta davanti alla tv in sua attesa, specie se si tratta del pubblico più giovane che spesso nemmeno sa di cosa stiamo parlando. Ma la differenza si nota soprattutto nel contenuto tra il vecchio e il nuovo. In vent’anni la creatività di quanti hanno lavorato ai caroselli ha raggiunto vette altissime grazie all’imposizione di una struttura che prevedeva una prima e più lunga parte costituita da una scenetta in sè narrativamente definita, più una seconda breve parte (il codino) in cui inserire la réclam. Basti solo pensare ai brevi corti d’animazione rimasti indelebilmente nella mente degli spettatori realizzati da Roberto Gavioli, dai fratelli Pagot, Bruno Bozzetto, Giulio Cingoli, ecc. E una schiera di famosi registi, attori, artisti di cinema e televisione che si sono prestati a quella pubblicità che in quel preciso momento rappresentava una vera e propria arte. Carosello Reloaded, invece, ha perso qualsiasi creatività inserendo spot già visti in tv precedentemente, riciclando i vecchi sketch d’animazione nel caso di un noto marchio dolciario, oppure creandone di nuovi allineandosi così alla tipica struttura del passato, senza però ottenere grandi risultati. Alla fine gli spot che girano sono sempre gli stessi e non aggiungono altro alla banale e ridicola pubblicità contemporanea che ci viene continuamente bombardata sul piccolo schermo (e non solo). Carosello Reloaded appare un’operazione inutile e superflua, oltre che un insulto verso il prototipo originale, mal concepita e realizzata. Fortunatamente il pubblico l’ha capito subito, decretandone così il fallimento.
Carosello Reloaded [RAI 1, 2013 – in corso]
PRODUTTORE Rai Pubblicità.
Pubblicità, durata 5 minuti circa (puntata).