SPECIALE NUOVI ZOMBI
Il pericolo dentro e fuori
Non tutti ricorderanno che Danny Boyle, regista di Trainspotting (1996) e The Millionaire (2008) si è cimentato anche con un film horror sugli zombi. L’ha fatto con l’apocalittico 28 giorni dopo in cui, a causa dello sprigionamento di un virus, si diffonde un’epidemia che trasforma gli esseri umani in morti viventi.
A distanza di 28 giorni Jim si risveglia dal coma in un ospedale totalmente abbandonato ignaro di quel che è accaduto. All’esterno, in una Londra completamente deserta, non trova altro che desolazione, sembra che il tempo si sia fermato per sempre. Assieme a Selena, Frank e Hannah riuscirà a recarsi a Manchester in una roccaforte militare anche se qui il pericolo non è rappresentato solo dagli zombie. 28 giorni dopo si inserisce pienamente nell’ambito di rinnovamento del New-New Horror mescolando la classica entità orrorifica dello zombie con l’astrazione dei virus letali e il filone catastrofico, al pari di film come Resident Evil (2002) di Paul W.S. Anderson e Planet Terror (2007) di Robert Rodriguez. La figura dello zombi, rivoluzionata a suo tempo da George A. Romero nel capolavoro La notte dei morti viventi (1968), è qui rivista: non più i morti viventi inebetiti dai movimenti lenti e meccanici che rappresentavano la società del consumo, ma pericolosi avversari che si muovono velocissimi, rabbiosi e incontrollati, affamati di carne e sangue umani. E non più la radiazione proveniente da una sonda spaziale che faceva resuscitare i morti, ma un potente virus contro cui non esiste cura che si diffonde tra i vivi riducendoli a creature della notte, decretando così la fine dell’umanità. Il tutto in linea con la realtà contemporanea: il post-11 settembre, il pericolo di una guerra batteriologica, la ricerca scientifica e il progresso tecnologico visti come l’autodistruzione della civiltà. Ma il pericolo non è soltanto al di fuori, all’esterno dal labile recinto che i pochi sopravvissuti si sono costruiti. Come nella casa isolata de La notte dei morti viventi, anche nel film di Boyle il precario equilibrio si sfalda e i militari che avrebbero dovuto rappresentare la salvezza si dimostrano pericolosi almeno quanto gli zombi. Impazziti dall’isolamento e dalla mancanza di donne vedono nell’arrivo di Selena e Hannah la possibilità di ricreare il genere umano, sempre che meriti di essere ricreato. Danny Boyle, attraverso lo stile tipico del videoclip, crea un horror dal ritmo incalzante dicendoci che nessun posto sulla Terra è davvero sicuro e, soprattutto, che il vero pericolo può essere accanto a noi.
28 giorni dopo [28 Days Later, Gran Bretagna 2002] REGIA Danny Boyle.
CAST Cillian Murphy, Naomie Harris, Christopher Eccleston, Megan Burns.
SCENEGGIATURA Alex Garland. FOTOGRAFIA Anthony Dod Mantle. MUSICHE John Murphy.
Horror/Thriller, durata 112 minuti.