SPECIALE J.J. ABRAMS
Entertainment Enterprise
Chiamateli prequel, chiamateli reboot, chiamateli reimmaginazioni: prendere una saga amata e ripartire da capo è comunque un terreno insidioso, irto di ostacoli, trabocchetti a ogni angolo. Figuriamoci, poi, se quella saga si porta in dote pure il fandom più potente e agguerrito del mondo.
Ma J.J. Abrams il lavoro sporco l’aveva già fatto con il suo primo Star Trek. Che, oltre a essere un reboot, era pure un prequel: andava a pescare Kirk e Spock da giovanissimi, mostrava il loro iniziale incontro e la costituzione dell’equipaggio dell’Enterprise. Con un trucco: nella prima sequenza (scoprivamo più avanti) si generava una linea temporale alternativa, liberando regista e sceneggiatori dalla mannaia incombente della continuity non rispettata. Star Trek – Into Darkness è (attenzione) il sequel del prequel/reboot. Come il precedente capitolo, è disseminato di dettagli e strizzate d’occhio ai fan dell’universo creato da Gene Roddenberry (con la serie del 1966), ma è pensato per un pubblico che può anche non aver mai sentito nominare Leonard Nimoy o i Klingon. Star Trek – Into Darkness è, soprattutto, un action movie. Ambientato nello spazio (pur con ampi segmenti terrestri, una rarità per Star Trek), ma costruito sulle regole d’azione per cui un super cattivo minaccia il mondo e un gruppo di buoni (cazzutissimi) lo difende. Senza più l’incombenza di tracciare i confini dell’ambientazione, il film ci getta in medias res, procedendo, seppur tra continui ribaltamenti e colpi di scena, su binari tradizionali. La parola chiave è intrattenimento e, sotto questo aspetto, la pellicola funziona, largamente sopra la media dei blockbuster suoi simili. Può contare su un villain (super)umano, interpretato dall’ottimo attore inglese Benedict Cumberbatch (che di reimmaginazioni ne sa qualcosa, essendo anche lo Sherlock di una splendida rivisitazione contemporanea targata BBC), e sugli spassosi siparietti di Kirk e Spock in perpetuo bisticciare. Interessante, poi, è la spinta sul pedale bromance (un po’ come già avvenuto in X Men – L’inizio con le versioni giovanili di Xavier e Magneto): decenni di fan fiction sentimentali tra il capitano dell’Enterprise e il secondo ufficiale vulcaniano non si possono (più) ignorare. Certo, piegandosi alle regole dell’action, J.J. Abrams (alla sceneggiatura ci sono suoi collaboratori fidati: Alex Kurtzman e Roberto Orci, creatori di Fringe, e il Damon Lindelof di Lost) lascia in secondo piano lo spirito genuinamente avventuroso (e pacifista) della serie originale, risultando inevitabilmente divisivo per i fan di Star Trek (alcuni vanno in visibilio per le quintalate di citazioni, altri urlano all’eresia). Da spettatori poco più che neofiti, però, non abbiamo di che lamentarci: meglio uno Star Trek oscurato che cento scintillanti Transformers.
Star Trek – Into Darkness [id., Usa 2013] REGIA J.J. Abrams.
CAST Chris Pine, Zachary Quinto, Benedict Cumberbatch, Zoe Saldana, Karl Urban, Simon Pegg, John Cho.
SCENEGGIATURA Roberto Orci, Alex Kurtzman, Damon Lindelof. FOTOGRAFIA Daniel Mindel. MUSICHE Micheal Giacchino.
Fantascienza/Azione, durata 132 minuti.