SPECIALE J.J. ABRAMS
Una nuova missione
La saga cinematografica di Mission: Impossible è una delle più eterogenee degli ultimi anni: il primo capitolo a firma di Brian De Palma giocava sulle corde del giallo, il secondo di John Woo aveva dalla sua una matrice action ben marcata, J.J. Abrams ha trasportato il suo “credo” televisivo al cinema e infine nel quarto capitolo Brad Bird ha reso il tutto il più cartoonesco possibile.
J.J.Abrams nel 2006 era conosciuto principalmente per essere il produttore di due casi televisivi: Alias e Lost, serie tv rivoluzionarie e apripista. Al debutto alla regia cinematografica con Mission: Impossible III alcuni storsero il naso; ma Abrams era il regista perfetto per la prosecuzione del franchise, e portò il suo bagaglio artistico in funzione della buona riuscita del film. Mission: Impossible III combina al meglio azione e emozione, come una perfetta serie tv che tiene incollato alla poltrona lo spettatore. I personaggi sono ben marcati: i buoni sono buoni, il cattivo è cattivissimo, un Philip Seymor Hoffman cinico e finalmente negativo lontano anni luce dai ruoli comici o goffi a cui ci aveva abituato in passato. Non era facile smarcarsi dai due capitoli precedenti, seppur fossero dei mezzi passi falsi per De Palma e Woo, quindi la via migliore da intraprendere era quella del “reinventare” la saga – cosa che in seguito Abrams farà con Star Trek. Abrams punzecchia i turbamenti e la vita dell’agente Hunt, ritiratosi a vita privata e “disturbato” per tornare in azione, usa uno degli stratagemmi più sfruttati con la novella sposa ignara del mestiere del maritino, e gioca continuamente con il tempo. Come in Lost si torna indietro nel tempo e il tempo delinea lo sviluppo della vita dei personaggi e il loro futuro, in un continuo gioco che fonda le sue regole sul passato che deve e continua a tornare. Inizia con questa pellicola una constatazione per Tom Cruise che specialmente oggi lo spettatore più smaliziato può ritrovare nei suoi ruoli: gli anni passano e l’eroe diventa sempre meno super e sempre più “umano” e, anche se le scene d’azione sono molte, si rischia di meno la pelle, un concetto che è alla base anche degli ultimi 007. Un discorso a parte meriterebbe la contrapposizione tra bene e male, qui marcata dalla diversa fisicità: burrosa e rilassata quella di Hoffman, tonica e nervosa quella di Cruise. Non il miglior capitolo della saga ma di sicuro il più studiato per quanto riguarda intrattenimento e caratteristiche da blockbuster. Abrams in seguito dimostrerà le sue doti, il suo nome è ancora sinonimo di garanzia anche quando si profila un flop.
Mission: Impossible III [ Id., USA 2006] REGIA J.J. Abrams.
CAST Tom Cruise, Billy Crudup, Philip Seymour Hoffman, Laurence Fishburne, Michelle Monaghan.
SCENEGGIATURA J.J. Abrams, Roberto Orci, Alex Kurtzman. FOTOGRAFIA Daniel Mindel. MUSICHE Michael Giacchino.
Azione/Spionaggio, durata 125 minuti.