L’estemporaneità della vita
Strano. È il primo pensiero che viene in mente dopo la visione di Killer in Viaggio. Innanzi tutto per come la pellicola sia stata pubblicizzata, dalla scelta del titolo che in originale nasconde meglio la sua natura ironica (Sightseers cioè turisti) ai trailer, dove lo humor nero viene poco esaltato a favore di una seriosità che dilaga fagocitandone il tono da commedia, in realtà preponderante nella pellicola.
Strana è la strutturazione narrativo-registica, sbilanciata e priva di un tono stilistico uniforme dove il distacco ritmico, nei momenti in cui la coppia protagonista compie gli omicidi, viene sottolineato nell’uso esaltato del montaggio in parallelo, dalla preponderanza dell’elemento musicale nonché dall’uso del rallenti, isolando le sequenze dal normale tessuto narrativo. Ma la stranezza maggiore la si trova nel significato che le uccisioni assumono per i due protagonisti in relazione al contesto che avvolge il viaggio della coppia. Se l’omicidio penetra nella loro vita “per caso”, è il contrasto che si viene a creare con la caducità delle azioni umane contemporanee confrontata all’immutabilità della natura e l’imperitura testimonianza storico-culturale del passato umano. È lo sfregio che viene fatto a questi elementi (come una carta lasciata cadere all’interno del museo del tram) che solleva un senso omicida, ribaltato nella percezione comune dove la singola vita umana diviene semplice elemento materiale-numerico, immutabile per l’ordine delle cose universali nel suo complesso. La vita umana per la giovane coppia si confronta con l’eternità del creato, dove la prima impallidisce di fronte al passare dei secoli e dove la manifestazione umana ha dignità solo nelle sue manifestazioni materiali perché prove archeologiche culturali. Ma la frattura tra i due si situa nell’ordine di una ciclicità dell’universo, creduto dalla ragazza, convinta nella reincarnazione del proprio cane morto l’anno precedente, e dove l’omicidio diviene manifestazione caotica ed edonistica, in contrapposizione invece con la rabbiosa razionalità del compagno in grado di uccidere disperdendo segni significativi in grado di confondere le proprie tracce. Proprio da queste due visioni differenti dell’ordine e del caos che ne scaturisce una visione del rapporto di coppia non sempre conciliato, rappresentando l’unico elemento umano immateriale forse a essere imperituro, o forse no.
Killer in Viaggio [Sightseers, Gran Bretagna 2012] REGIA Ben Wheatley.
CAST Alice Lowe, Eileen Davies, Seamus O’Neill, Steve Oram.
SCENEGGIATURA Alice Lowe, Steve Oram. FOTOGRAFIA Laurie Rosie. MUSICHE Jim Williams.
Commedia nera, durata 88 minuti.