SPECIALE J.J. ABRAMS
Impossible is nothing
Di serie fantascientifiche ce ne sono a bizzeffe, di Fringe ce n’è uno solo. Solitamente la fantascienza attira per quell’opportunità delle leggi naturali e andare oltre, sognare di arrivare a realizzare l’impossibile.
Poi arriva Fringe e con una calma e plausibilità strabiliante ci spiega come arrivare “in poche semplici mosse” a realizzare quello che fino a poco prima credevano letteralmente impossibile. La trama della serie è non solo incentrata ma addirittura scaturita proprio da questa possibilità di spingersi oltre il pensiero comunemente condiviso. Del resto non dimentichiamoci che dietro tutte queste cinque stagioni c’è lo zampino del nostro J.J. Abrams. Grazie a lui il mondo intero diventa un laboratorio a nostra disposizione, trasformato in tal senso da nebbie diffuse, freddo pressoché costante e scenografie che sfruttano la scala dei grigi al completo (ah, il caro vecchio argento sulla pellicola!). La forza della serie è proprio questa: render plausibile e a portata di mano l’impossibile e le serie che sfruttano questo meccanismo hanno sempre registrato, a ragion veduta, un grande successo (tanto per citarne un’altra, Breaking Bad con la chimica fa un po’ lo stesso). Tanto più poiché si alimenta la popolarità di scienze e discipline da sempre considerate nerd; così, se – citando la tag line di The Big Bang Theory, “nerd is the new sexy”, questo è il decennio in cui questo assunto diventa realtà. La continuità di esiti positivi si mantiene intatta fino a che si mantiene quel margine (“fringe” appunto) di fattibilità e di praticabilità di cose stupefacenti. Il fascino esercitato è rimasto alle stelle, fino a che non ci si allontana da tale fatto e si va troppo oltre: quello che accade a partire dalla terza, ma soprattutto dalla quarta stagione è questo, che la serie perde adesione con la realtà e con gli spettatori. La strada del declino verso la deriva è stata imboccata e le emorragie di pubblico fanno (e hanno fatto) il resto. Così, con la quinta stagione si chiude l’avventura di Fringe e con essa la seconda consacrazione sul piccolo schermo di Joshua Jackson che, secondo solo a Michelle Williams, è riuscito ad affrancarsi dal suo passato, esattamente all’opposto del compagno di avventure James Van Der Beek. Fringe, oltre che per trama ed espedienti narrativi, è (stata) una carta vincente a tutti gli effetti avendo concesso anche ai neofiti la possibilità di avvicinarsi al fascino di una grafica algida e ad un’idea di scienza ai confini della realtà.
Fringe [Id., USA 2008-2013] IDEATORI J.J. Abrams, Roberto Orci, Alex Kurtzman.
CAST Anna Torv, Joshua Jackson, John Noble.
Fantascienza, durata 45 minuti (episodio), stagioni 5.