SPECIALE APOCALISSE AL CINEMA
Illumina l’oscurità
Io sono leggenda è uno di quei titoli che rientra perfettamente nel filone cinematografico coniato “post-11 settembre”. Il clou della Paura americana: paura del diverso, dell’oscuro, della fine del mondo, si riversa in questi cento minuti di pura suspense, retta magistralmente da Will Smith.
New York, 2012. Il dottor Robert Neville è l’unico sopravvissuto in seguito alla strage causata da un virus letale che ha devastato la Terra, trasformando i suoi abitanti in una sottospecie di vampiri. Lawrence costruisce una pellicola impregnata di thriller e azione, ma che a tratti si sporca di horror, scelto per differenziarsi dalla miriade di altri titoli “catastrofici”. Ed è proprio il fattore orrorifico che funziona e che regge perfettamente la tensione del film. Una tensione che si nutre del terrore per i vampiri e per gli zombie, portati in auge dal grande Romero, e che, se resi bene (cosa ormai rara), non mancano di inquietare. La pellicola prende il La dall’omonimo romanzo di Richard Matheson, da cui era stato già tratto 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (1971), per amalgamare una serie di citazioni cinematografiche che spazia da L’alba dei morti viventi all’autocitazione smithiana di Independence Day, passando per 28 giorni dopo e Undead. Robert è stato condannato alla solitudine, fatto salvo per il suo fido cane Sam, sostituzione animale di un’umanità che ormai non esiste più. La paranoia è infatti il pilastro sul quale si regge l’opera mathesoniana: se nell’adattamento del 1971 il dottore utilizza l’evento Woodstock in qualità di ancora all’idea di “moltitudine”, in Lawrence questo fattore viene semplificato: gli unici elementi con i quali il protagonista può ancora intrattenere delle conversazioni sono dei manichini sostituiti al personale dei negozi, i quali arrivano addirittura a trovare la “morte” se sospettati umani. Ed ecco il paradosso: il diverso non è più l’anormale, la bestia, bensì il normale, ossia l’uomo (“E di colpo pensò: sono io quello anormale, ormai”). L’unico ricordo di umanità è rappresentato dai fantocci, veri e propri simulacri, simbolo di una realtà che non può più esistere. Come non può più esistere quel fattore di apparente serenità vigente nel vecchio millennio. Un punto di merito va dato alla colonna sonora di James Newton Howard, vera malinconia/inquietudine sotto forma di note musicali. Se sembrava quasi che il capitolo “apocalittico” stesse raggiungendo una fine, il recente After Earth, che (con alieni al posto di vampiri) sembra aver preso le redini di Io sono leggenda, ha appena rimescolato le carte in gioco. Ma qualcuno ci vuole ancora vivere su questa Terra?
Io sono leggenda [I Am Legend, USA 2007] REGIA Francis Lawrence.
CAST Will Smith, Alice Braga, Dash Mihok, Charlie Tahan, Salli Richardson.
SCENEGGIATURA Mark Protosevich, Akiva Goldsman. FOTOGRAFIA Andrew Lesnie. MUSICHE James Newton Howard.
Fantascienza/Azione, durata 101 minuti.