5 GIUGNO: COMPLEANNO DI STEFANIA SANDRELLI
Il punto più in ombra è sempre sotto il sole
Donne che camminano con lo sguardo basso e castigati vestiti neri, uomini fermi nelle piazze e nei bar che osservano e bisbigliano. Il capofamiglia che con disinvoltura abborda prosperose “buttane” al bar e picchia poi, in privato, la giovane figlia che ha ceduto al richiamo dei sensi, costringendolo ora a difficili acrobazie per salvare il buon nome della famiglia.
Qualunque azione, anche la più violenta, è legittima se compiuta in difesa del deviato senso dell’onore: non importa come stanno realmente i fatti, fondamentale come appaiono agli occhi della comunità. Germi è implacabile nel farci penetrare in due mondi solo apparentemente antitetici: quello interno ai muri di pietra delle case che sottostà all’inflessibile patriarca e quello esterno del paese assolato, la piazza, la chiesa, dove baciamano e sorrisi di circostanza sono vitali e perfino la risata di scherno di qualche ragazzino può rompere l’ipocrita equilibrio. Sono quindi realtà perfettamente complementari, l’una non ha ragion d’essere senza l’altra, l’inferno privato non può ardere senza l’esibizione in pubblico dell’apparente virtù. Pietro Germi non risparmia alcun personaggio con il suo sguardo beffardamente sarcastico più che ironico, e se con alcuni è talmente derisorio da tramutarli in macchiette (il “seduttore” Peppino, il figlio tonto di Ascalone, il Barone Rizieri sdentato e squattrinato), con altri, sia il rassegnato Maresciallo dei carabinieri, sia su tutti il pater familias Don Ascalone (il grande Saro Urzì), mantiene il giusto equilibrio regalandoci personaggi tragicomici difficili da dimenticare. La Sandrelli, dopo la folgorazione con Divorzio all’italiana, si conquista definitivamente un posto nell’immaginario maschile, illuminando lo schermo della sua misteriosa e sensuale bellezza, regalandoci un momento di grande cinema nella celebre scena onirica, grottesca e angosciante in cui è inseguita selvaggiamente da tutti gli uomini del paese. Germi firma, ancora una volta, una commedia morale spietata e disillusa, confermandosi capace di non scendere a compromessi. Una lezione che rivela la pochezza dei tentativi odierni di raccontare vizi e virtù “dell’italico valore”, troppo spesso imprigionati nel pantano del buonismo e del pietismo o sbilanciati su toni macchiettistici di matrice televisiva che tramutano la commedia in farsa, o ancora affondati dalla magniloquenza pretenziosa di una forma che tenta invano di convincerci di essere anche contenuto, come l’ultimo Sorrentino insegna.
Sedotta e abbandonata [Italia/Francia 1964] REGIA Pietro Germi.
CAST Stefania Sandrelli, Saro Urzì, Aldo Puglisi, Lando Buzzanca, Lola Braccini.
SCENEGGIATURA Pietro Germi, Agenore Incrocci, Furio Scarpelli, Luciano Vincenzoni. FOTOGRAFIA Aiace Parolin. MUSICHE Carlo Rustichelli.
Commedia all’italiana, durata 122 minuti.