L’America per gli affari, la Francia per l’amore
Francia, bassa Normandia, fine anni ’50. La giovane Rose Pamphyle culla il sogno di diventare una segretaria, e di nascosto si allena tutte le sere con la macchina da scrivere esposta nell’emporio del padre. La sua innata velocità nel battere a macchina stuzzicherà la fantasia di Louis Echard, agente assicurativo dal grande carisma, che la assumerà nel suo ufficio col solo scopo di allenarla strenuamente per farne una campionessa di dattilografia veloce.
Senza dubbi il regista esordiente Régis Roinsard deve averne viste di commedie romantiche americane per realizzare un’opera così fortemente debitrice di quell’immaginario fifties coloratissimo, allusivo e sofisticato. La storia di Rose ci riporta a un’epoca felice della cinematografia, ai grandi sentimenti, all’ascesa emozionante di una giovane talentuosa e all’amore del suo mentore, ricordandoci film come È nata una stella di George Cukor (1937) e attrici come Audrey Hepburn, universali e mai eccessive. La forza di questo’opera, oltre che nella bellezza delle immagini, sta nell’abilità con la quale Roinsard calibra l’importanza dell’ascesa di Rose come personaggio pubblico con il grado di infatuazione amorosa e sessuale di Louis: due linee che si avvicinano fino a scambiarsi. Il sottotesto amoroso è chiaro fin dal loro primo incontro, nel vestito che scende mostrando la spallina del reggiseno per la foga di battere a macchina: quello è il loro primo amplesso e, contemporaneamente, è anche il momento in cui Louis si accorge del talento di Rose. Che poi questa tensione amorosa si compia in un vero atto sessuale è la dimostrazione del tentativo di aggiornare i canoni del cinema classico senza restarne soggiogato: un’operazione talmente riuscita da potersi permettere di citare La donna che visse due volte, il più americano dei film dell’inglese Hitchcock, in una sequenza che probabilmente resisterà al tempo. Un film francese, dichiaratamente americanista, che però ha come apice narrativo la sfida fra una ragazza della provincia francese e lo stereotipo maximo della segretaria americana (supportato dall’altro stereotipo: la macchina da scrivere rosa della Populaire). La storia di una Cenerentola moderna, il cui processo di emancipazione sociale coincide con la conquista del principe azzurro, senza antagonismi manichei e con un’attenzione tipicamente francese ai sentimenti piuttosto che alle azioni dei personaggi. Buona la prima per Roinsard, che come un Billy Wilder provetto sa benissimo che non può esserci (buona) commedia senza sesso.
Tutti pazzi per Rose [Populaire, Francia 2012] REGIA Régis Roinsard.
CAST Romain Duris, Déborah François, Bérénice Bejo, Shaun Benson.
SCENEGGIATURA R. Roinsard, Daniel Presley, Romain Compingt. FOTOGRAFIA Guillame Schiffman. MUSICHE Emmanuel d’Orlando.
Commedia, durata 111 minuti.