SPECIALE RYAN GOSLING
Lui no
Se solo Dio perdona, non si vede perché dovrebbe farlo Refn. E infatti, in quest’ultima sua pellicola, non (ci) risparmia niente: se siete interessati a torturare qualcuno con un paio di bacchette da cibo cinese, qua potete imparare come si fa. Però al ralenti.
La trama è da B movie, o vengeance movie, o (a giudicare dal titolo) da spaghetti western. Nei primi minuti c’è un tizio che dice “vado a incontrare il diavolo”, poi massacra a bottigliate le ragazze e il proprietario di un bordello, sventra una prostituta minorenne e si fa spaccare il cranio a palettate. Ed è solo la scintilla di un’escalation di vendette, sangue, arti mozzati, che si incatenano l’una con l’altra sotto la regia di un dio poliziotto armato di spada e l’incalzare di una madre Giocasta white trash. Quello che tutti credono il protagonista, interpretato da Ryan Gosling, quello che nel trailer chiede, strafottente e un po’ tamarro, “wanna fight?”, in realtà è un antieroe inespressivo e immutabile, inadeguato alla vita da gangster, tormentato da un roboante complesso edipico, taciturno più ancora che in Drive. Un antieroe che le prende e basta, e nel frattempo indugia in digressioni oniriche, tra echi (solo echi, per carità) kubrickiani (forse anche per la presenza di Larry Smith alla direzione della fotografia) e lynchiani. Un ribaltamento evidente del canone hollywoodiano, dove il bello (e forse anche il buono?) è un criminale sconfitto dagli occhi pesti, mentre il brutto (sicuramente pure un po’ il cattivo) è l’implacabile e invincibile tutore dell’ordine ed esecutore di processo, condanna e punizione. Solo Dio perdona è superficie, una messa in scena controllata al millimetro, rarefatta all’inverosimile, che fa delle carrellate al ralenti esasperatissime la sua cifra stilistica cardine. Vien da chiedersi se l’insistenza di trama su questioni edipiche e psicologia un po’ spiccia, non sia banalizzata di proposito, tanto è didascalica e spiattellata senza pietà (disquisizioni sulla lunghezza del pene comprese). E pure la violenza, che a raccontarvela sembra insostenibile, risulta un esercizio estetizzante e calcolato, e non lascia allo spettatore nemmeno la consolazione del disgusto. Solo Dio perdona, da guardare, è pure un film bellissimo (e Kristin Scott Thomas, soprattutto, offre una performance anti typecasting davvero impagabile), ma la sensazione è che Nicolas Winding Refn, questa volta, abbia esagerato e mancato il bersaglio. A voi decidere se perdonarlo oppure no.
Solo Dio perdona [Only God Forgives, Danimarca/Francia 2013] REGIA Nicolas Winding Refn.
CAST Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm, Tom Burke.
SCENEGGIATURA Nicolas Winding Refn. FOTOGRAFIA Larry Smith. MUSICHE Cliff Martinez.
Thriller, durata 90 minuti.