SPECIALE RYAN GOSLING
La dura vita degli autori
È un problema di ricezione. Finché la patina rosa di Drive garantiva il giusto compromesso tra violenza e coolness, la cinefilia italiana conferiva a Nicolas Winding Refn la patente di Autore. Un processo che continua ad avere una certa efficacia euristica, in barba alle vecchie polemiche strutturaliste, se non altro nei processi di costruzione del brand.
Pure l’inespressività di Ryan Gosling acquisiva, in quel caso, un appeal quasi eastwoodiano, e le scarse capacità attoriali (diciamolo una volta per tutte!) contribuivano alla costruzione di un pacchetto dall’immediata riconoscibilità. Tutto chiacchiere e citazionismo, in fondo, di un prodotto che nulla di nuovo aveva da dire se non le solite derive pulp e le relative declinazioni da ironia postmoderna che tanto (troppo) siamo abituati a vedere. Il processo compiuto in Solo Dio perdona è più o meno il medesimo. Non più Friedkin e Mann, autori di riferimento in Drive, ma spaghetti western in salsa asiatica (ma non ne avevamo già sentito parlare?). Alla ricerca di una sublimazione totalizzante, Refn, qui, amplifica oltremisura le costanti stilistiche delle opere precedenti, costruendo un prodotto ancor più autoreferenziale. Tra luci rosse pervasive (specchio del daltonismo del cineasta) ed estenuanti ralenti, Solo Dio perdona si fa più ostico e irricevibile nell’anelito di un’astrazione sostanziale che risulta, però, vacua e di maniera. É Refn, qui anche sceneggiatore e autore del soggetto, che cerca di autoaffermarsi nella propria essenza demiurgica. E Gosling, immancabile feticcio, che ruolo gioca? Da irrinunciabile primo violino di un’orchestra mononota, il viso impassibile dell’attore si estende, indipendentemente dal carattere di personaggi e azioni, alla totalità degli interpreti, in un “Effetto-Kuleshov” tanto ridotto all’osso da risultare fallimentare. Dal rosa al rosso, un Drive al quadrato. Meno accomodante, meno cool, più ambizioso. Da Cannes, fischi in sala. Ma si sa, il pubblico prima ti venera poi ti manda alla gogna. È la dura vita degli Autori.
Solo Dio perdona [Only God Forgives, Danimarca/Francia 2013] REGIA Nicolas Winding Refn.
CAST Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm, Tom Burke.
SCENEGGIATURA Nicolas Winding Refn. FOTOGRAFIA Larry Smith. MUSICHE Cliff Martinez.
Thriller, durata 90 minuti.