SPECIALE RYAN GOSLING
Growing up – Essere uomo oggi
In equilibrio tra dramma e commedia, l’unico lungometraggio finora sceneggiato da Nancy Oliver, che le ha fatto guadagnare una nomination all’Oscar, non rivoluziona la storia del cinema, ma è degno d’interesse per alcune ragioni, al di là del soggetto di partenza, che poteva facilmente degenerare nel becero, o nel demenziale più indigesto.
Innanzitutto, il film di Craig Gillespie ci permette di comprendere come Ryan Gosling non sia solamente una poker face su un corpo da palestrato, ma anche un attore. Non eccelso, ma neanche così scarso, dotato di un talento comico poco utilizzato, come molti altri bellocci poco espressivi, da Pitt, a Cruise, al nostro Scamarcio. E, soprattutto, capace di interpretare dignitosamente anche ruoli abbastanza complicati, come il nazista ebreo di The Believer, per esempio. Oltre alle prove convincenti di tutto il cast, in cui spicca l’esuberanza di Emily Mortimer (il placcaggio come invito a cena!), nel ruolo di Karin, la compagna di Gus, il fratello del protagonista, Lars e una ragazza tutta sua ha anche, tra i suoi meriti, la capacità di trattare, con ammirevole sobrietà e assenza di giudizio, un tema delicato, cioè i problemi psicologici del ventisettenne bambino Lars, il suo delusional disorder, la sua fobia del contatto, il suo danzare ad un ritmo tutto suo, sulle note dell’ormai abusata This Must Be the Place dei Talking Heads. Senza rinunciare a momenti di comicità e ironia, in particolare nei dialoghi brillanti e mai prolissi, che hanno anche la funzione di trasmettere, sia pur in maniera indiretta, attraverso un meccanismo di proiezione, i sentimenti e i bisogni di Lars, decisamente poco espansivo e difficile da comprendere, inizialmente. “I fiori sono finti: meglio, no? Così dureranno per sempre”. Oppure: “Bianca vuole solo sentirsi normale ed essere trattata da persona normale”. Invece, le inquadrature fisse cristallizzano, per qualche istante, imbarazzo, assurdità, situazioni grottesche: la percezione del silenzio come interminabile, quando Lars presenta a Gus e Karin Bianca, la bambola gonfiabile che considera la sua fidanzata; il litigio tra Lars e Bianca, in campo lungo. Da notare, inoltre, l’essenzialità con cui viene raccontato, in due scene brevi, il senso di colpa di Gus per aver lasciato troppo solo suo fratello, senza sentimentalismi o eccessi melodrammatici. Un’essenzialità che a volte può risultare ermetica, proprio come Lars, ma che alla lunga è preferibile ad eventuali spiegoni, o didascalismi. E che ci fa perdonare alcune inverosimiglianze nella parte finale (la bambola al pronto soccorso).
Lars e una ragazza tutta sua [Lars and the Real Girl, USA/Canada 2007] REGIA Craig Gillespie.
CAST Ryan Gosling, Emily Mortimer, Paul Schneider, Kelli Garner, Patricia Clarkson.
SCENEGGIATURA Nancy Oliver. FOTOGRAFIA Adam Kimmel. MUSICHE David Torn.
Commedia drammatica, durata 106 minuti.