SPECIALE RYAN GOSLING
Il gioco delle perle di vetro
Una marble machine è un congegno straordinario. Piccola o grande che sia, sviluppata in larghezza o svettante verso l’alto, questo apparecchio può lasciare a bocca aperta. Solitamente artigianale, si compone di imbuti e tornanti, cunicoli di legno e spirali metalliche, tutti volti ad un unico scopo: la danza delle biglie che la percorrono in moto perpetuo.
Theodore Crawford, magnate dell’aeronautica, ne possiede una magnifica. Ed è quando la guarda che gli vengono certe idee, come il piano perfetto per uccidere la moglie. Il caso Thomas Crawford (in originale Fracture, inspiegabile il cambio di nome nel titolo italiano) è un thriller algido e ricercato. L’idea diabolica dell’uxoricida funziona proprio come la marble machine, estensione splendida e contorta del suo ingegno machiavellico. Come per la macchina, ogni cosa è progettata a monte. Ma una volta innescato il moto, si può solo vedere se funziona. La dinamica delle biglie non si riflette solo nella trama, forte di una scrittura che scorre fluida, anteponendo l’eleganza del processo alla fretta della soluzione. Ma anche nella regia di Gregory Hoblit tra punti di vista eccentrici e sinuosi piani-sequenza. La sfida snervante tra Ryan Gosling, rampollo arrivista che accetta il caso con malcelata indolenza iniziale, e un Hopkins perfido e beffardo, come sa esserlo ogni intoccabile, è l’ennesimo scontro tra il vecchio e il nuovo, tra l’arroganza dell’ambizione e la spocchia del potere. Crawford rinuncia a un avvocato, fa indagare chi indaga su di lui, confessa e poi ritratta con consumata sicumera. Beachum passa rapidamente dall’indifferenza all’ostinazione, ridimensiona l’ego e impara l’umiltà. Un tête-à-tête che si avvale di performance eccellenti alle quali si aggiunge quella di David Strathairn, mentre la fotografia di Kramer Morgenthau digrada disinvoltamente dai soffocanti toni dell’ambra alla pallida freddezza dei flashback, passando per il pulviscolo diurno delle aule di tribunale. Non sono da meno le musiche di Mychael Danna, premio Oscar per Vita di Pi, qui capace di un ritmo incalzante che si fa via via più ansiogeno e ossessivo. Nell’insieme un impianto efficace, con componenti assemblate ad hoc per intrattenere lungo il percorso. E che trovano al capolinea solo il cessare del dispositivo. Esattamente come le biglie.
Il caso Thomas Crawford [Fracture, USA 2007] REGIA Gregory Hoblit.
CAST Anthony Hopkins, Ryan Gosling, David Strathairn, Rosamund Pike.
SCENEGGIATURA Daniel Pyne, Glenn Gers. FOTOGRAFIA Kramer Morgenthau. MUSICHE Mychael Danna.
Thriller/Drammatico, durata 113 minuti.