SPECIALE PAOLO SORRENTINO
Amo, quindi sono
Storia di Titta di Girolamo, commercialista. Storia di un uomo costretto da otto anni a vivere in un albergo svizzero, in eterna attesa, per colpa di un fatale errore: uno “sgarro” alla mafia, che di norma non perdona, ma che per lui ha fatto un’eccezione, pur relegandolo allo stato di non-vita.
La cinepresa spia le sue mosse in modo dettagliato, consegnandoci i pezzi di un puzzle che sta a noi ricostruire. A Titta non piace parlare, non ha amici e si ritiene un uomo privo di fantasia, come del resto ritiene banale tutto ciò che lo circonda. Sospeso in un limbo dorato, conosce il rischio maggiore: non sottovalutare le conseguenze dell’amore. Quale amore? Amore per la sua stessa vita, amore per i suoi cari, amore per Sofia, una barista che non ha mai degnato di uno sguardo, prevedendo un rischio imminente e mortale. L’avvicinamento a Sofia, compiuto con gesto solenne e battuta consapevolmente profetica (“Sedermi a questo bancone potrebbe essere la cosa più pericolosa che abbia mai fatto in vita mia”), è per Titta il punto di svolta, la molla che porta alla rivendicazione della propria dignità di essere umano. Un risveglio da difendere anche a costo della propria vita. Le conseguenze dell’amore non ci dà scampo, ci colpisce come una stilettata al cuore: attraverso il punto di vista privilegiato di Titta/Toni Servillo apprezziamo i densi silenzi in cui si rinchiude, in contrasto al rumore assordante delle frasi stupide di chi non conosce la sua vicenda, né sarebbe pronto ad ascoltarla e capirla. Le musiche acuiscono lo scontro, accostandosi spesso alle inquadrature in modo disomogeneo. Il “muro di gomma” del silenzio è un sostegno che accompagnerà Titta fino all’ultimo sguardo sul mondo, quando, ormai vittima delle conseguenze dell’amore, farà la propria scelta. Una scelta incomprensibile ai più, ma l’unica possibile per un’anima che non è più disposta a scendere a patti con un’esistenza priva di significato. Titta si congederà in modo stoico e silenzioso, dando pieno senso alla parabola dei personaggi amari e sconfitti di Sorrentino, già precedentemente descritta in L’uomo in più. Uscito nelle sale italiane nel 2004, Le conseguenze dell’amore riaccese la lampadina del cinema italiano, in un momento di buio pesto. Una folgorazione autoriale che spinse buona parte della critica a tentare improbabili paragoni coi mostri sacri del nostro passato cinematografico. Ma l’anomalia incarnata da Paolo Sorrentino non fa che dimostrare una cosa: ogni epoca ha i suoi percorsi. Paolo Sorrentino, fin dagli esordi, ha trovato il suo. Ed è questo, non la presunta somiglianza con altri, a rendere il suo cinema vincente e irripetibile.
Le conseguenze dell’amore [Italia 2004] REGIA Paolo Sorrentino.
CAST Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Gianna Paola Scaffidi.
SCENEGGIATURA Paolo Sorrentino. FOTOGRAFIA Luca Bigazzi. MUSICHE Pasquale Catalano.
Drammatico/Noir/Thriller, durata 100 minuti.