Autori oggi
Potrebbe essere tutta una questione di stile, se consideriamo le polemiche sollevate durante lo scorso festival di Cannes nonché alla presentazione di tutte le altre pellicole di Reygadas, cioè la necessità di essere riconosciuto in ciò che viene chiamato un autore.
Forse invece non è solo questo. La volontà di realizzare pellicole in grado di non chiudersi dentro letture univoche ma al contrario di dischiudersi alla libera interpretazione dello spettatore, comporta il rompere e distanziarsi dalle canoniche forme cognitive dell’opera cinematografica. Un problema in cui ci si imbatte spesso in pellicole da festival, ma solo raramente hanno la forza problematica che invece detiene Post Tenebras Lux. La perdita della centralità del racconto, ad esempio, toglie ogni facile appiglio discorsivo allo spettatore, nel quale è facile comprendere l’importanza della famiglia al centro della pellicola. Meno immediate sono però le concatenazioni delle diverse sequenze che mescolano piani temporali e quindi non sempre di semplice collocazione all’interno dell’intreccio, fatto accentuato anche da come in molte di queste appaia poco chiaro il significato e il motivo per cui siano state incluse. Allo stesso modo della famiglia, chiara è l’importanza del contesto ambientale in cui i quattro membri si sono appena trasferiti, il paesaggio di povertà nella campagna messicana dove viene messo in discussione il rapporto che l’uomo intrattiene con la natura, e nella medesima maniera è esso stesso che riscopre dentro di sé il proprio male: nascosto, violento e pronto a ritorcerglisi contro. Detto questo, è utile ritornare al quesito iniziale: forse è veramente tutta una questione di stile. Se la destrutturazione del racconto cinematografico è prassi ormai comune nel cinema contemporaneo, e quindi non poi così anomala, a sollevare il vero problema è la forzatura nel trovare uno stile volutamente autoriale, che crede di individuare la propria strada all’interno di tempi lunghi e nella commemorazione delle proprie immagini. Nonostante i dichiarati modelli ispirativi che vanno da Tarkovskij a Dreyer, il cinema di Reygadas rimanda più facilmente alle recenti opere di Malick e Weerasethakul, non riuscendo però ad imporre la stessa levatura filosofica e morale di quest’ultimi. Il problema di fondo in Post Tenebras Lux è capire quanto la volontà di Reygadas di essere un autore vero lo porti ad avvicinarsi all’esserlo o, al contrario, gli faccia perdere quella spontaneità che però è innata in un vero Autore.
Post Tenebras Lux [Id., Messico/Francia/Olanda/Germania 2012] REGIA Carlos Reygadas.
CAST Adolfo Jiménez Castro, Nathalia Acevedo, Willebaldo Torres.
SCENEGGIATURA Carlos Reygadas. FOTOGRAFIA Alexis Zabé.
Drammatico, durata 117 minuti.