SPECIALE FRANCIS SCOTT FITZGERALD
Stroboscopico e superfluo
Baz Luhrmann ama le anime pure che, travolte da inedite passioni, si precipitano a tutta velocità verso un finale tragico e annegano, con intatta purezza, nella corruzione dei tempi. Disgrazia, Corruzione, Passione si misurano in esuberanza scenica e la Tragedia, per essere tale, deve avere la misura del grandioso. Francis Scott Fitzgerald offre a Luhrmann tanta materia d’ispirazione e una solida storia d’amore.
Tuttavia, a differenza del precedente Romeo + Giulietta, il regista non buca il cuore, ma quanto meno ci risparmia la favoletta del Moulin Rouge!, anche se davanti a Il grande Gatsby lo spettatore avrà la sensazione di tornare in un boulevard parisien della Bella Epoque piuttosto che essere nella New York dell’età del Jazz.
La cornice è infatti uguale – Nick Carraway (Tobey Maguire) che racconta la storia di Gatsby ricalca Ewan McGregor – e i luccichii si moltiplicano rendendo visivamente il lusso e lo sfarzo dell’alta società americana e delle sue stroboscopiche luci. Ma la forza espressiva delle ampie inquadrature, delle musiche R&B e dei costumi glamour – che pure sono d’impatto – non reggono alla lunga la durata del film, specie se la storia non si amalgama con il contorno. Quest’ultimo, più che abbondante, risulta infine preponderante al punto da ovattare (Di Caprio a parte) il resto del cast. E se in nome della magniloquenza scenografica si possono perdonare certi eccessi, al 3D non resta altro posto da occupare se non quello del superfluo. La storia, nonostante i flashback e il vorticoso montaggio firmato dal trio Jason Ballantine-Jonathan Redmond-Matt Villa, non affabula, risultando ingessata all’inizio e poco pregnante alla fine. Un po’ come la stessa colonna sonora che, se da un lato ha il merito di non essere invadente, allo stesso tempo ha il demerito di non essere mordace e di cogliere l’attimo, di segnare quel climax che il regista insegue per tutto il film senza portare mai a termine la missione. Così si perde il grande intento di Luhrmann: più che riattualizzare Fitzgerald facendo un affresco dell’odierna società dei consumi, viene fuori il rifacimento postmoderno di un sognante filantropo nella savana degli sciacalli. La crisi dell’uomo moderno resta così in camerino, davanti al défilé costante di luci, colori e suoni.
Il grande Gatsby [The Great Gatsby, Australia/Usa 2013] REGIA Baz Luhrmann. CAST Leonardo Di Caprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher. SCENEGGIATURA Baz Luhrmann, Craig Pearce. FOTOGRAFIA Simon Duggan. MUSICHE Craig Armstrong, Jay-Z, James Samuel. Drammatico, durata 143 minuti.