SPECIALE FRANCIS SCOTT FITZGERALD
“Gatsby? Quale Gatsby?”
All’inizio c’è Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald, un corpo di carta e inchiostro, che chiede di essere convertito in immagini, cinema, musica. Prima Robert Redford, Jack Clayton, Francis Ford Coppola, protagonista, regista, sceneggiatore della pellicola del 1974. Ora colori, danze, bombardamento audiovisivo: la “follia chimica”, il “carnevale caleidoscopico”, l’universo flamboyant di Baz Luhrmann, che porta a Cannes 2013 la sua ultima fatica, aprendo la kermesse.
Ora il corpo attoriale di Leonardo DiCaprio che veste i panni di Gatsby, ancora follemente inamorato di Daisy/Carey Mulligan, sua ex-fidanzata, oramai sposata con un altro. L’unica possibilità è chiedere aiuto a Nick/Tobey Maguire, suo vicino di casa e cugino di lei.
DiCaprio è un Gatsby carismatico e magnetico, che esprime orgoglio e dramma misterico ed esistenziale, portando con sé la speranza disperata di diventare qualcuno e di riunirsi a colei per cui tutto è stato costruito, a cui tutto è dedicato. È chiaro fin da subito che il cuore del film è proprio DiCaprio: su di lui, grazie a lui e in lui Baz Luhrmann costruisce il film, usando il volto dell’attore che esprime l’eterna adolescenza sua e della nazione a cui appartiene. Gatsby c’è anche quando non sappiamo della sua esistenza diegetica, quando è ancora un personaggio nell’ombra, dietro le finestre della villa delle meraviglie. Guardare e partecipare, attore e spettatore. Essere dentro e fuori; questo gioco il regista mette al centro. C’è fiducia e comprensione nel sorriso enigmatico e misterioso dell’uomo, figlio dell’American Dream, del self made man, che come si forma, così si distrugge. È un film su speranza e fiducia, racchiuse nella “luce verde” sull’altra riva, a cui le mani tendono, simbolo di qualcosa (speranza e amore), di qualcuno (Daisy), di un tempo (il passato); Gatsby è la nostra “luce verde”. Il Gatsby del regista australiano è fedele alle parole del testo – pur concentrandosi sulla questione amorosa-esistenziale, mettendo da parte il dramma economico degli anni ’20, ma ci immerge in un mondo fatto di lustrini e musica pop, coreografie e immaginario da videoclip, estremamente contemporanei. Luhrmann non convince totalmente, e non è una questione di trasposizione: quando DiCaprio non c’è, la pellicola diventa un susseguirsi di immagini vuote e prive di “spessore”; quando invece Luhrmann racconta la natura sfaccettata del personaggio, emblema della cultura americana, riesce a toccare momenti di estrema intimità e sincerità.
Il grande Gatsby [The Great Gatsby, Australia/Usa 2013] REGIA Baz Luhrmann. CAST Leonardo Di Caprio, Tobey Maguire, Carey Mulligan, Joel Edgerton, Isla Fisher. SCENEGGIATURA Baz Luhrmann, Craig Pearce. FOTOGRAFIA Simon Duggan. MUSICHE Craig Armstrong, Jay-Z, James Samuel. Drammatico, durata 143 minuti.