A PROPOSITO DI REMAKE…
Il male dentro di me
Collocare una botola al centro del salone della capanna sperduta nel bosco, racchiusa da una catena ma non sigillata abbastanza da nascondere l’orrore che vi si trova all’interno. Tanto bastava ne La Casa per mettere in crisi il senso di protezione dello spazio occupato dai personaggi, tecnica classica per creare tensione nei confronti di ciò che si trova all’esterno.
Quello di situare il male tra l’interno e l’esterno è un’intuizione tanto semplice quanto funzionale, divenendo il tratto d’unione anche nei successivi episodi, dove l’unico dato a variare è il tono delle pellicole: dall’horror si passa ad uno humor decostruttivista. Il male ne La Casa 2, e negli altri episodi, non è solamente dislocato spazialmente, ma penetra esso stesso nei corpi dei protagonisti, tanto da mostrare come ad essere confuse non sono solo le soglie delimitative del bene e del male, ma anche i diversi riferimenti d’ispirazione, cartoon e fumetti su tutti. La compenetrazione dei vari mondi raffigurativi porta ad una pellicola che tende al grottesco, nel secondo episodio le situazioni buffonesche nascono proprio dal possesso fisico del maligno, portando ad improvvise deformazioni, espressivamente orrorifiche, sia nei volti che della rappresentazione scenografica. Raimi anche in questa pellicola mantiene un gusto dell’effetto speciale e del trucco fortemente artigianale, un piacere del basso costo che ben concilia il cartoonesco con il live action. Ma non è solamente il genere e la compenetrazione di differenti mondi ad essere messi in scena, ma è l’uso stesso dalla macchina da presa che costantemente mette in crisi la soglia divisoria tra schermo e spettatore. La camera infatti diviene essa stessa entità inseguitrice dei personaggi, assumendo contorni fisici in grado di abbattere superfici, nonché rappresentante di un controcampo esclusivo dei protagonisti. Allo stesso modo l’immagine diviene spesso e volentieri superficie verso la quale i personaggi indirizzano i propri corpi e le loro forze, quasi a mostrare come la verticalità delle azioni non faccia altro che indebolire e assottigliare ciò che separa lo spettatore con il mondo diegetico. Raimi nei suoi primi lavori mostra una vivacità che ovviamente non si esaurisce nella scrittura, pronta a mescolare ispirazioni e generi, né tanto meno nell’uso degli effetti dal sapore artigianale, ma anche in una regia pronta a provare angolazioni di ripresa sempre più virtuose con l’unica intenzione di assottigliare il telo che divide spettatore e mondo rappresentato.
La Casa 2 [Evil Dead 2, USA 1987] REGIA Sam Raimi.
CAST Bruce Campbell, Sarah Berry, Dan Hicks, Kassie DePavia.
SCENEGGIATURA Sam Raimi, Scott Spiegel. FOTOGRAFIA Peter Deming. MUSICHE Joseph LoDuca
Horror, durata 86 minuti.