SPECIALE PABLO LARRAIN
L’indifferenza del male
Pablo Larraìn e Alfredo Castro. Il primo disegna l’orrore mentre il secondo lo spalma sul suo volto e nei suoi modi da spostato, da vittima inerme di una Storia più grande di lui che in Cile si chiama Pinochet.
Il film che inaugura la “trilogia del regime” di Larrain si intitola Tony Manero e racconta l’ossessione di un mediocre ballerino cileno, tale Raùl Peralta (Castro), nei confronti dell’icona dance anni ’70 impersonata da John Travolta ne La febbre del sabato sera. Raùl si esercita ogni fine settimana nel suo locale pacchiano di Santiago del Cile, in vista di un contest televisivo che premierà il miglior interprete/sosia di Tony Manero. Sotto l’occhio impassibile e apparentemente freddo di Larraìn, passano squarci di regime di incredibile forza che superano la banalità del male arendtiana per approdare ad una indifferenza del male che permette ai carnefici, personaggi mediocri e disagiati, di operare in una civiltà azzerata, lobotomizzata, assoggettata, dove non esistono più nemmeno ordini da eseguire. Raùl non si fa scrupoli a uccidere chiunque gli si pari davanti nella sua folle rincorsa al successo che, se raggiunto, sancirebbe definitivamente la vittoria di un immaginario illusorio nei confronti della vita reale: la televisione, il cinema che vincono su quella stessa realtà che hanno cercato di (ri)produrre. Una piastrella di vetro da riparare, un vestito bianco da imbrattare in maniera definitiva, tutto segna il passo di un uomo che ha abbandonato il suo mondo per rifugiarsi negli eterni simboli di bellezza e successo, contrappasso di una nazione divenuta cinica, patria snaturata di scrittori e poeti come Roberto Bolaño, Enrique Lafourcade e Pablo Neruda. Nello sguardo congelato di Larraìn, che sarà ancora più rarefatto nel successivo Post mortem, osserviamo l’uomo spaesato, senza più punti di riferimento, vagare per le vie della sua città rincorrendo una sconfitta che arriverà implacabile, per lui e per tutto il Cile. Miglior film e miglior attore al Torino Film Festival 2008.
Tony Manero [Id., Cile/Brasile 2008] REGIA Pablo Larraìn.
CAST Alfredo Castro, Paola Lattus, Héctor Morales, Amparo Noguera.
SCENEGGIATURA Pablo Larraìn, Alfredo Castro, Mateo Iribarren. FOTOGRAFIA Sergio Armstrong.
Drammatico, durata 98 minuti.