Il diavolo veste Raimi
Assicuratevi di indossare occhiali protettivi per gli schizzi di sangue, di avere un sacchettino a portata di mano (per i più deboli di stomaco) e possibilmente di NON avere un vicino di posto che ricordi Freddy Krueger. Ora, come il buon vecchio caro Saw diceva, comincia il gioco.
Nel 1981 un giovanissimo Sam Raimi porta sugli schermi un contestatissimo La casa, destinato a conquistarsi un cassettino tra i cult movie del genere orrorifico e a dare inizio a tutti quei titoli sui generis quali La casa 3, La casa di Helen, e vai con il terrore. Più o meno trent’anni dopo il successo tardivo del primo, Raimi appoggia il progetto ambizioso quanto assolutamente masochista del regista emergente Fede Alvarez (lanciato su Youtube grazie al corto Ataque de Pánico!): realizzarne un remake. Non solo, dare vita al più spaventoso capitolo sulla categoria “possedimenti”. Hai detto poco, insomma. Mia, una tossicodipendente, torna nella vecchia capanna di famiglia per concretizzare una promessa solenne: “mai più con questa merda”. A sostenerla ci sono il fratello David, dal quale la allontanano vecchi rancori, e gli amici Olivia, Eric e Natalie. Peccato che in agguato ci sia una bestia ben più grande della polvere bianca, liberata tramite un Libro dei morti nascosto in cantina, “casualmente” sigillato. Il lavoro del cineasta uruguaiano si stanzia su due livelli: da un lato, quello del remake vero e proprio, puro omaggio al grande autore suo predecessore; dall’altro, quello innovativo, frutto di una propria impronta personale. Dopo un inizio zoppicante e un po’ raffazzonato (eddai Alvarez, è tutto qui quello che sai fare?), la pellicola comincia a risollevarsi grazie ai vecchi colpi di genio di Raimi (bentornato!), primo fra tutti il punto di vista velocizzato del demone. Se le aggiunte diegetiche di Alvarez declassano la pellicola – nonostante la lotta tra un male (la droga) e l’altro (il diavolo) non fosse affatto un’idea scontata, il suo talento registico riesce a risollevarne le sorti, tramite un sapiente uso di camera a mano e steadycam e un’attenta direzione degli attori. Il suo risulta a tutti gli effetti un remake contemporaneizzato, improntato di una drammaticità superiore rispetto alla versione tragicomica di Raimi, e che vede la sua degna conclusione grazie ad un finale epico – motosega a parte, please. Insomma, nonostante potesse essere tentato qualcosa di più originale, il primo sforzo cinematografico di Fede Alvarez si stabilisce due spanne sopra quello dei competitors dell’horror attuali.
La casa [The Evil Dead, USA 2013] REGIA Fede Alvarez.
CAST Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci, Jessica Lucas, Elizabeth Blackmore.
SCENEGGIATURA F. Alvarez, Rodo Sayague, Sam Raimi. FOTOGRAFIA Aaron Morton. MUSICHE Roque Baños.
Horror, durata 90 minuti.